Coronavirus, i vigili del fuoco scrivono a Bonaccini: "A contatto durante i soccorsi, servono i tamponi"
Lettera dei Caschi Rossi: "Diversi casi di pompieri contagiati in regione, servono posti dove fare la quarantena"
Interventi nelle case della gente, per aprire le porte chiuse sbadatamente o, in alcuni casi ben più gravi, di soccorrere un anziano, magari malato, che non risponde da giorni ai parenti.
Anche questo sono chiamati a fare i vigili del fuoco, e ora una lettera aperta al presidente della Regione Stefano Bonaccini e al prefetto Patrizia Impresa chiedono che i tamponi per il coronavirus siano fatti pure ai soccorritori del 115, anche senza segnali di potenziale contagio.
E' scritto nero su bianco dai sindacati usb, Confsal, Uil-Pa e Co.Na.Po., in una nota congiunta, dove si chiede che in base alle direttive del ministero la Regione possa autorizzare l'effettuazione dei tamponi anche per il personale che opera in emergenza, come le forze dell'ordine o, in questo caso, anche i vigili del fuoco in servizio "anche in assenza di contatto a rischio avvenuto".
"Purtroppo -si legge nella missiva- sono già numerosi i casi accertati di positività da Covid-19 del personale in servizio presso tutta la regione, ciò ne consegue che gli stessi soccorritori siano probabili vettori del virus".
Problematico è anche il caso della quarantena dei Caschi Rossi con un sospetto contagio. Buona parte del personale in servizio -fanno notare i sindacati- è fuori sede e quindi si chiede alla politica di intercedere per rendere le caserme un luogo per rendere "dignitoso il periodo di quarantena, al fine di evitare quindi che lo stesso possa essere anche vettore di contagio nella eventuale decisione di voler raggiungere il proprio luogo di residenza".