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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Zona Universitaria / Via Zamboni, 36

Cua: 'L'aula al 22 resta occupata finchè non riaprite il 36 senza tornelli'

Gli attivisti in rettorato parlano al consiglio studentesco: 'Riconosciute di fatto le nostre istanze, ma puniti doppiamente senza un processo'. E l'aula in via Zamboni 22 resta occupata

Un paio di giorni fa il rettore dell'ateneo Francesco Ubertini aveva dichiarato che a biblioteca di scienze umanistiche (il famoso 36 di via Zamboni) riaprirà entro l'estate ma senza tornelli, o meglio, senza porte a bussola, ma sarà previsto comunque un non meglio specificato "sistema di riconoscimento". Tale dichiarazione ha fatto esultare il Collettivo Universitario Autonomo.

Questa mattina alcuni degli attivisti del CUA sono saliti in rettorato (dove era riunito il consiglio studentesco) e hanno fatto una dichiarazione nella quale sostengono che siano inaccettabili le misure disciplinari prese contro di loro in seguito alle proteste contro il caro-mensa: "Non è possibile -dichiara Luca di Cua- che da un lato venga riconosciuto il valore delle istanze che portiamo avanti, e dall'altro alcuni singoli, che si sono spesi attivamente per questi percorsi, debbano scontare una doppia punizione, giudiziaria e accademica". Per quanto riguarda invece via Zamboni 36, i portavoce dei CUA hanno ribadito che finché la biblioteca in via Zamboni 36 non verrà riaperta senza effettivamente i tornelli loro continueranno a occupare l'aula in via Zamboni 22

I PROVVEDIMENTI DISCIPLINARI PER LE PROTESTE SUL CARO-MENSA. Il 19 aprile sulla pagina Facebook del CUA, gli attivisti scrivevano: "Il Senato Accademico dell'Università ha comminato alcune misure disciplinari nei confronti di alcuni degli studenti e delle studentesse che questo autunno hanno preso parte alle mobilitazioni contro la mensa più cara d’Italia. Ovviamente all'interno della discussione non sono state prese in considerazione, quantomeno per rendere conto del contesto generale, le decine e decine di iniziative che centinaia e centinaia di persone hanno messo in campo negli ultimi mesi (costati anche 3 arresti) per sottolineare come i prezzi della mensa universitaria fossero assolutamente spropositati e di conseguenza inaccessibili per ampie fasce della popolazione studentesca. 6.80 euro per un pasto completo!". 

"Dai 2 ai 4 mesi di sospensione: questo è il verdetto dell'organo accademico che di fatto scarica su cinque singoli la responsabilità di quanto accaduto, fingendo di non vedere la grande partecipazione alle battaglie che hanno animato in questi mesi la zona universitaria bolognese, per le quali già la Procura si è dilettata a colpire nel mucchio. L'Università, affermando la volontà di una riapertura della Biblioteca di Discipline Umanistiche senza i tornelli contro cui migliaia di studenti e studentesse hanno lottato negli scorsi mesi, aveva al contrario riconosciuto il carattere sociale della protesta e la giustezza delle rivendicazioni studentesche".

"I problemi studenteschi hanno bisogno di soluzioni - continuala nota del Cua - e la marcia indietro sui tornelli ne è una prova, non di vendette private contro alcuni studenti. Il ripetersi di questa insulsa pratica ci spinge ad un appello alla chiarezza: d’ora in poi sarà ritenuta totalmente irricevibile, soprattutto laddove – a partire da contesti di lotta – la legittimità dell’istanza venga riconosciuta. Consapevoli della giustezza delle rivendicazioni che hanno riempito di contenuti quelle belle giornate di lotta, continueremo allora a dare battaglia per un’università accessibile a tutti e tutte". 
 

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