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Cronaca

Bolognesi a tavola, tra gioie e preoccupazioni: 'Toglietemi tutto ma non la pasta!'

Il 21% non rinuncia ai condimenti, per quasi uno su tre immancabili nel piatto tortellini e lasagne. Ma si teme l'obesità e il colesterolo. Metà dei cittadini scettica su veganismo e vegetarianismo. Donne le più golose: così dall'ultima indagine di Unisalute

È vanto di noi italiani ed una delle cose che più ci invidiano gli stranieri: parliamo della nostra cucina. Visto l'avvicinarsi della Giornata Mondiale dell’Alimentazione (16 ottobre) è stato chiesto quali fossero le abitudini dei cittadini felsinei a tavola.
Ebbene, per quasi un bolognese su due (41%) il cibo è una vera e propria gioia, un’autentica soddisfazione, per spirito e palato. Percentuale che sale al 46% tra le donne. Il 23% dei bolognesi associa invece il cibo allo “stare insieme”, a quei momenti di socialità che si creano attorno ad una tavola imbandita, mentre un bolognese su cinque (21%) lo lega al concetto di “star bene”; solo il 9% lo considera una semplice necessità. Più di un bolognese su tre (38%) quando è a tavola non rinuncerebbe mai alla pasta, piatto forte della nostra tradizione culinaria, così come il 26% non può rinunciare al pane. In linea con quanto prevede la dieta mediterranea, una buona fetta di bolognesi considera indispensabili la frutta (26%) e le verdure (15%).

Lo evidenzia la più recente indagine realizzata dall’Osservatorio Sanità2 di UniSalute, la compagnia del gruppo Unipol specializzata in assistenza e assicurazione sanitaria.

Dal quadro delineato, sembra emergere dunque uno stile di alimentazione equilibrato sotto le Due Torri, anche se il 21% non riesce a fare a meno dei tipici condimenti – come il sale - che aumentano il sapore dei nostri piatti. Un aspetto da tenere sotto controllo se non si vuole favorire il comparire di malattie, quelle cardiovascolari in particolare.
Nel nostro paese si stima che siano 12 milioni i cittadini con livelli di colesterolo elevato (circa uno su cinque). E sicuramente una scorretta alimentazione può favorire questo tipo di problematiche.
Secondo l’Osservatorio UniSalute, quando si chiede ai bolognesi quale sia la più grande paura legata alla salute e al possibile comparire di malattie, una metà del campione si divide tra obesità (17%), problemi al fegato (16%) e colesterolo elevato (14%). Ma la più grande paura dei bolognesi (41%) è legata ai tumori: anche sotto questo versante una alimentazione equilibrata  può aiutare a prevenire la comparsa di alcune tipologie.

Ma cosa pensano nella città felsinea dei regimi alimentari diversi da quello tradizionale? Se un bolognese su quattro (27%) crede siano salutari ed un 23% ha pensato di provarli, il 24% crede che regimi come veganismo, vegetarianismo e cibo macrobiotico siano solo delle mode a cui si aggiunge un 19% che crede portino più danni che benefici e non li adotterebbe mai.
Non è più un segreto che una dieta corretta ed equilibrata, unita ad abitudini salutari come fare attività fisica regolarmente e tenersi lontano dal fumo, aiuti a prevenire l’insorgere di gravi patologie. L’Organizzazione Mondiale della Sanità afferma che circa l’80% delle patologie cardiovascolari e del diabete, e almeno il 40% dei tumori possono essere prevenuti cambiando gli stili di vita . “Prevenzione” è anche la parola chiave per garantire un buono stato di salute al nostro Sistema Sanitario: una maggiore educazione dei cittadini alla salvaguardia della propria salute permetterebbe al SSN di risparmiare costi dedicati a cure per malattie la cui comparsa potrebbe essere ridotta, se non addirittura scongiurata, con un corretto stile di vita, in particolare quando ci mettiamo a tavola, permettendo così di destinare le risorse non impiegate su questo fronte alla ricerca in campo medico e alla cura di altre patologie.

I dati si riferiscono all'indagine CAWI condotta dall’istituto di ricerca Nextplora ad inizio febbraio 2013 su di un campione rappresentativo della popolazione italiana per quote d’età (over 30), sesso ed area geografica.

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