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Cronaca

Fuga di artigiani all'estero: l'arte di fare i cappelli da Bologna all'Inghilterra

Dario Quintavalle, "cappellaio" professionista. Quanti ce ne sono in giro? Pochissimi e lui si divide ormai fra Bologna e l'Inghilterra: creatività e alto artigianato per un accessorio senza tempo

Fumo, oggetti misteriosi, colpi di scena e cose che cambiano forma, per poi tornare nel loro stato originale: gli elementi della magia ci sono tutti. Eppure stiamo parlando di un'altra cosa: si chiama modisteria ed è l'arte di fare i cappelli. Si parla spesso di fuga di cervelli all'estero, ma in questo caso a lasciare il Belpaese è un artigiano, uno di quei rari esemplari di "cappellai" italiani così richiesti fuori confine e ormai soppiantati dalle macchine qui da noi.

Dario Quintavalle, che da giovanissimo e già curioso e talentuoso ha appreso l'arte della modisteria alla bottega "Il Bagatto" (la storica sartoria del Ghetto ebraico) da Bologna (dopo anni di lavoro per Borsalino) si è trasferito in Inghilterra dove ha oggi un grosso committente (sarà forse una vispa novantenne che ama i colori pastello? Forse no, ma è comunque il Paese dove i cappelli sono ancora un accessorio al quale è impossibile rinunciare) e ogni tanto torna in città per stare con gli amici, ma soprattutto per continuare a trasmettere la sua arte agli allievi che frequentano i suoi corsi fra Milano e Bologna.  

L'arte della 'modisteria": fare un cappello a mano

Con Dario si scopre che il feltro è fatto con i 'peli' del coniglio (bellissima la storia dell'uomo che creando dei calzari rudimentali scopre che pressando i pelucchi trovati nel bosco sotto il peso del corpo si arriva a un tessuto caldo) che ne esistono vari tipi: il satinato, il velour, il melousine...Insomma, merito a Quintavalle per l'impegno con il quale divulga quella che è di fatto una magia, un "effetto wow" che sorprende ogni volta che da un foglio di feltro si ricava un cappello formato. Poi, la fatica di cucire a mano, rifinire e poi, la gioia di personalizzare. 

"In modisteria non esistono scorciatoie - spiega Quintavalle - i passaggi vanno rispettati anche se il lavoro poi si vede sulle mani: si è un po' falegnami, un po' sarti, un po' stilisti. Sembra un lavoro faticoso (e lo è!) ma poi a cose fatte si vede bene che il cappello fatto a mano è tutta un'altra cosa". 

Il prossimo laboratorio si terrà il weekend del 4 e 5 novembre proprio qui a Bologna: gli allievi formeranno un feltro su una forma in legno da loro scelta e insieme si arriverà al cappello finito, ottenuto lavorando sodo con ago e filo. La location nella quale avrà luogo il workshop è Les Libellules Studio di via San Vitale. 
 

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