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Cronaca

Dl Salvini, l'allarme del coordinamento migranti: 'Rischiamo tende in Montagnola'

Per l'organizzazione che monitora e assiste i fenomeni migratori in città il giro di vite del decreto sicurezza lascia in strada centinaia di fuoriusciti dai circuiti di accoglienza

Niente accordo per la permanenza nei Cas durante l'inverno, meno accessi al sistema di accoglienza a causa del decreto Salvini, Piano freddo insufficiente. Il risultato è il rischio di vedere "la Montagnola piena di tende", sostiene in una nota il Coordinamento migranti di Bologna.

Intanto, segnala il Coordinamento, "la novità dell'inverno bolognese" riguarda i Cas: "Fino all'anno scorso Prefettura ed enti gestori (le cooperative che gestiscono i centri di accoglienza) avevano stretto un accordo che permetteva il prolungamento dell'accoglienza all'interno dei Cas oltre i termini previsti. L'accordo determinava di fatto la sospensione delle uscite dai Cas durante il periodo invernale, evitando così il riversamento dei migranti nei dormitori, nelle strade o nei parchi a morire di freddo".

Quest'anno, però, "l'accordo è saltato- scrive il Coordinamento migranti- a dimostrazione di come gli effetti del Governo giallo-verde non si facciano attendere". Di conseguenza, sul Piano freddo peseranno "le misure di un Governo razzista che ha dato un'accelerata sostanziale al clima di violenza, istituzionalizzando di fatto la clandestinità. Peseranno- continua il Coordinamento- le espulsioni dall'accoglienza, così come i blocchi nell'accedervi, che inevitabilmente seguiranno alla trasformazione in legge del decreto Salvini". In questo modo, "agli esuli dei Cas si aggiungeranno i migranti che non potranno più avere accesso alla protezione umanitaria- continua il comunicato- e coloro che stanno già diventando clandestini grazie all'aumento esponenziale del numero dei dinieghi da parte della Commissione territoriale. E si aggiungerà chi, ottenuto un permesso di soggiorno, dovrà abbandonare il Cas entro cinque giorni".

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Ma chi esce dal Cas "senza un lavoro o con un lavoro povero- continua il Coordinamento migranti- non potrà pagare un affitto, sempre che riesca a trovare chi è disposto ad affittargli una stanza o una casa. Un'impresa difficile per studenti e lavoratori italiani, figuriamoci per un migrante". Inoltre, i migranti che al momento sono accolti negli Sprar in attesa di avere una risposta alla loro richiesta di protezione umanitaria "si troveranno in un vicolo cieco: se non potranno convertire il permesso umanitario in permesso per lavoro cadranno nella clandestinità", si legge nella nota. Sommando tutto, molti migranti "non avranno altra possibilità che recarsi agli sportelli del Piano freddo e affidarsi ad Asp e assistenti sociali- continua il Coordinamento- ma difficilmente riusciranno ad avere accesso ai pochi posti". Così, se prima "risultava inaccettabile che un notevole numero di migranti e italiani fosse lasciato per la strada, se non altro per motivi di decoro urbano, quest'anno il fatto che dei migranti vengano sbattuti per strada in pieno inverno non fa più impressione, né notizia, diventa semplicemente la prassi", sottolinea il Coordinamento.

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"E tutto questo accade mentre il sindaco e la sua opposizione di sinistra si vantano dell'accordo di cooperazione e accoglienza stipulato con Barcellona e la sua sindaca Ada Colau. Ma, in questo slancio di umanitarismo- attacca il Coordinamento- Merola si è reso conto che con il mancato accordo tra Prefettura ed enti gestori rischia di trovarsi la Montagnola piena di tende? Dovremo scendere nuovamente in piazza perché il Comune si ponga il problema?". Il Coordinamento si chiede che "risposta politica" Merola intenda dare, perché non si può pensare che "un gesto meramente simbolico come la sospensione comunale del decreto Salvini possa risolvere il problema". (Pam/ Dire)

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