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Cronaca Via del Gomito

Carceri, la Dozza resta senz’acqua: detenuti in sommossa

Avvolta in un rumore assordante la casa circondariale bolognese, dove i carcerati hanno denunciato le condizioni di disagio in cui vivono, battendo contro le inferriate. Sappe "Preoccupazioni, clima teso"

Un frastuono assordante ha avvolto la Dozza ieri. I carcerati hanno battuto a lungo contro le porte e le inferriate delle celle: il rumore metallico, ossessivo, era arrivava fino all’esterno dell’edificio. Questa è la forma di protesta scelta dai detenuti per denunciare le condizioni di estremo disagio che imperversano tra le mura della casa circondariale di Bologna, e non solo.

LE RAGIONI DEI DETENUTI. Mancanza di acqua nelle celle e solidarietà allo sciopero della sete perpetrato da Marco Pannella, i motivi principali della sommossa, che si estenderà – fa sapere il sindacato della polizia penitenziaria Sappe – anche nel resto del Paese. Infatti, come riportato dal segretario generale aggiunto Giovanni Battista Durante: "Nella giornata di ieri dopo l’azione dei detenuti della Dozza, hanno iniziato a Reggio Emilia dove, dalle 20 a mezzanotte e mezza, in tre reparti detentivi hanno battuto contro le inferriate ed incendiato qualche coperta, provocando tanto fumo all'interno delle sezioni, dove la polizia penitenziaria è riuscita a mantenere il controllo”.

Durante ha spiegato “Motivo della protesta, da quanto è emerso finora, sarebbe stata la mancanza di acqua. I detenuti hanno poi aggiunto di voler solidarizzare con la protesta dei radicali ed in particolare di Marco Pannella".

DISAGI DIETRO LE SBARRE, CLIMA TESO. Alta è la tensione, "E' evidente - commenta il Sappe - che questo clima teso desta non poche preoccupazioni tra la polizia penitenziaria, che potrebbe trovarsi a dover fronteggiare situazioni molto difficili, in un momento di gravi difficoltà dovute alla carenza di uomini, mezzi e risorse economiche: mancano sempre 6.500 agenti a livello nazionale".

Inoltre, secondo quanto riferisce infine il sindacato, oltre alle risorse per pagare straordinari e missioni alla polizia penitenziaria, per riparare i mezzi di trasporto e per mettere la benzina, stanno anche finendo i soldi per l'acquisto dei generi di prima necessità per i detenuti: carta igienica, sapone ed altro.
 

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