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Cronaca

Droga, l'identikit del 'tossico' a Bologna: 40enne, italiano, ben inserito nella società

Dal rapporto dell'Ausl un ritratto insolito alle cronache locali: chi fa uso di sostanze non è ai margini della società ma spesso nasconde la propria dipendenza e si rivolge ai servizi quando è ormai tardi

Lavoratori, con diploma o laurea e con una vita tutto sommato 'normale'. Si sta trasformando sempre di più l'identikit delle persone che a Bologna si rivolgono ai servizi per abuso di sostanze stupefacenti. Nulla a che vedere col cliche' del tossicodipendente degli anni '90, dunque.

Un cambiamento che riflette quello della società contemporanea e che emerge anche dal rapporto 2017 sulle dipendenze realizzato dall'Osservatorio epidemiologico dell'Ausl di Bologna, presentato oggi. Nel 2017 sono state 408 le persone che si sono rivolte al Sert per la prima volta per consumo problematico di sostanze illegali, in calo rispetto all'anno prima: età media 34 anni, l'86% è maschio, il 36,5% è di origine straniera.

Quasi il 38% ha un diploma o un laurea (era il 29% nel 2016) e il 49% risulta occupato, in calo rispetto all'anno prima ma in netta crescita a confronto del 2015. Diminuiscono le persone che vanno al Sert per eroina (dal 49,5% al 45%) e cannabis (dal 34,6% al 32%), aumentano i casi per cocaina (dal 54,7% al 60%).

In totale, nel 2017 a Bologna sono state individuate 3.255 persone con consumo problematico di sostanze, in calo rispetto all'anno prima, di cui 678 nuovi casi. Per la maggior parte sono uomini (80,5%), italiani (78%) e residenti in area metropolitana (78%). Nel 65% dei casi consumano oppioidi (in calo), nel 39% cocaina (in aumento) e nel 17% cannabinoidi (stabile).

In 2.671 si sono rivolti al Sert, 482 persone sono andate al pronto soccorso e 277 in ospedale. Nel 2017 sono state 902 le persone che sono arrivate al pronto soccorso per abuso di sostanze: età media 36 anni; 22% donne; 28,5% non nativi. Nel 45,3% dei casi sono arrivati di notte e il 35% nel weekend, il 4,5% in codice rosso. Nel 29% dei casi si tratta di abuso di cocaina, il 22% per cannabis e il 14% per oppioidi. Quasi 400 persone sono state ricoverate e nel 50% dei casi per abuso senza dipendenza.

 "In pratica c'è una forbice- spiega Raimondo Pavarin, direttore dell'osservatorio epidemiologico- ai Sert vanno persone intorno ai 40 anni, mentre i più giovani vanno per lo più al Pronto soccorso". Da una parte, spiega l'epidemiologo, "abbiamo i servizi dove le persone stanno calando e l'utenza sta cambiando. Ai Sert si rivolgono sempre più persone socialmente integrate, con un lavoro e con una scolarità alta, molto più per problemi legati alla cocaina e non all'eroina, che arrivano ai servizi in conseguenza di un consumo protratto nel tempo".

Si parla cioè di consumo di droga "socialmente integrato", quotidiano, che non interferisce con la vita di tutti i giorni. "Riflette il cambiamento della società- sottolinea Pavarin- oggi se facciamo 100 la quota dei consumatori, 90 sono socialmente integrati, ovvero persone per le quali l'utilizzo di sostanze non pregiudica i ritmi di vita".

In altre parole, gli stupefacenti "non sono più un problema ma fanno parte della loro quotidianità -spiega il direttore dell'osservatorio- del loro stile di vita o del fine settimana. E se hanno problemi in emergenza, si rivolgono ai servizi sanitari. Oggi la realtà è questa, completamente diversa dall'ondata di eroina dei primi anni 2000". Inoltre, segnala Pavarin, "sta aumentando di nuovo la quota di persone con problemi legati al consumo di cocaina. Questo significa che stiamo uscendo dalla crisi economica", periodo durante il quale invece il consumo di cocaina era calato. Dall'altra parte, invece, "abbiamo un fenomeno molto più elevato nelle fasce giovanili, soprattutto tra i minori- afferma Pavarin- che si rivolgono a ospedali e pronto soccorso per consumo problematico di alcol e sostanze illegali". (SEGUE) (San/ Dire)


Sull'alcol in particolare "vediamo un aumento dei casi di intossicazione alcolica acuta tra i minori- rimarca Pavarin- che riflette un cambiamento di abitudine tra i giovani". E anche negli accessi al pronto soccorso per abuso di sostanze illegali tra i minori, "vediamo che uno su quattro ha anche un abuso di alcol".

A Bologna e provincia, tra i ragazzi fra i 12 e i 17 anni "è in aumento l'incidenza del consumo problematico di alcol, in entrambi i sessi", con 0,6 casi ogni mille abitanti. In calo invece il consumo problematico di sostanze illegali tra i non nativi, mentre e' in aumento tra gli italiani. Al contrario degli anni scorsi, si registra anche "la diminuzione dell'incidenza del consumo problematico di eroina e di cocaina" tra i minori. Tra i nuovi accessi al Sert nel 2017, si registra anche un aumento di persone positive all'Hiv (2,2%). "Non sono nuovi casi- spiega Pavarin- non sono giovani. Sono persone che si sono rivolte per la prima volta ai servizi ma che avevano un quadro già chiarito", ovvero con una storia di consumo di sostanze pesanti alle spalle. "Probabilmente è la coda del fenomeno, vuol dire che tutti stanno arrivando al Sert", spiega Pavarin. Del resto, segnala, "il rapporto tra conosciuti e sconosciuti ai servizi è bassissimo". La stima è di uno a uno: per ognuno che si rivolge ai servizi per eroina o cocaina ce n'è un altro che non lo fa. Negli anni passati il rapporto era uno a due. "Vuole dire che bene o male sono tutti in contatto- afferma Pavarin- e sta calando anche la stima del numero oscuro di eroinomani". Su altre sostanze invece, ad esempio la cannabis, "il fatto che le persone si rivolgano ai servizi è più legato agli accadimenti della vita, ed esempio essere fermati dalla polizia alla guida". (San/ Dire)

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