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Cronaca

Dopo 40 anni i Decibel di Ruggeri: 'Musica vera, niente nostalgia'

Il ricordo di Enrico Ruggeri: "Una giornata in giro per Bologna con l'amico Lucio Dalla. Tanti aneddoti, tante storie, tante persone..."

Tornare a suonare con la band degli esordi 40 anni dopo, pubblicare un disco ("Noblesse Oblige") e andare in giro per l'Italia con un tour fatto di musica suonata davvero, niente basi che trasformano batteristi e pianisti in disc-jokey. Sta succedendo a Enrico Ruggeri, che questa sera con i suoi Decibel, ovvero Silvio Capeccia e Fulvio Muzio, sarà sul palco del Celebrazioni per due ore di "suoni nuovi", ma anche pezzi storici del gruppo come "Contessa" (quella che non è più la stessa).

Niente nostalgia dei tempi che furono, ma nuova energia: "Ritrovarsi a distanza di tanti anni e tornare a fare musica insieme, al di là dell'aspetto umano, è stato molto bello. Il 'bello' è determinato soprattutto dalla parte creativa: Silvio e Fulvio con la musica, io con le parole, senza dimenticare quello che sono stati i Decibel, una band di grande stimolo e da molti considerati fondamentali per il rock puro e la corrente New Wave arrivati dopo".

A questo punto una chiacchierata con Ruggeri è d'obbligo: tutte le domande su album, live, considerazioni sulla musica e sui cambiamenti del "sistema" con una nota sui suoi bei ricordi bolognesi, momenti trascorsi con l'amico Lucio Dalla. 

Da quanti pezzi è composto l'album "Noblesse Oblige"?

Sono 11 inediti e due grandi successi dei Decibel, immancabile "Contessa", come anche "Vivo da Re". Non si tratta di una operazione nostalgia, ma di un suono nuovo, che portiamo in giro con il nostro tour suonando dal vivo per un paio di ore. 

Esiste una tua/vostra canzone "preferita" in questo album, un brano a cui siete particolarmente legati?

C'è ancora troppo coinvolgimento. Questi pezzi ci stanno crescendo fra le mani. Sono tutti musicalmente molto belli, resi ancora più belli dai testi. 

I vostri testi dopo tanti anni di distanza...cosa è cambiato?

Sono cambiate le angolazioni con cui vediamo le cose. L'amore per esempio. 

Avevate fatto nascere la vostra band al liceo. Come vivono la musica i ragazzi di oggi? Che differenze trovi fra i Decibel del Berchet e gli aspiranti musicisti/cantanti di oggi?

Ero il Ruggeri della 3°H che suonava e questo mi bastava, mi faceva stare bene. Oggi l'idea di fare il musicista assomiglia al sogno di diventare calciatore ed essere ricco e famoso. Chi suonava ai nostri tempi voleva far parte di un gruppo e faceva i provini, mentre oggi si punta ai talent show e al successo immediato. La musica era urgenza di comunicazione, forse oggi non lo è più...

Oggi suonerete a Bologna: hai un rcordo particolare o un aneddoto legato alla nostra città?

Ho il ricordo di una Bologna conosciuta insieme a Lucio Dalla. Una giornata in giro per la città insieme a lui, che aveva una storia per ogni angolo, un aneddoto per ogni persona che si incontrava, un racconto per ogni monumento e ogni chiesa. 

Stasera dunque tutti a teatro?

Se volete sentire gente che suona, sì!

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