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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Faac: l'Arcidiocesi resitutisce i milioni dell'eredità di Michelangelo Manini

Su invito del giudice, l'avvocato della Curia bolognese ha elencato i conti correnti, uno anche svizzero, dove sono stati dirottati denaro e titoli dell'eredità Faac che ora tornano nella disponibilità del custode giudiziario

Su invito del giudice del Tribunale di Bologna, Maria Fiammetta Squarzoni, la resa dei conti sui 35,5 milioni di Euro risultati mancanti dal compendio ereditario e degli utili di Faac SpA ripartiti in un'assemblea di bilancio del luglio scorso e che erano stati trasferiti nella disponibilità dell’Arcidiocesi bolognese: l’avvocato Michele Sesta ha elencato i conti correnti dove gli importi, denaro e titoli, erano stati dirottati e che ora possono essere posti nella disponibilità del custode giudiziario.

Sempre in udienza, su precisa richiesta dell’avvocato Rosa Mauro, che assiste Carlo Rimondi, zio del patron Michelangelo Manini, e che sta procedendo al sequestro, l’avvocato della Curia ha anche fornito le coordinate bancarie di un conto svizzero (LGT Bank di Lugano), anche questo intestato all’Arcidiocesi, dove sono depositati 22 milioni di euro che sono in inventario, ma che non era stato possibile porre sotto sequestro poichè la ne sarebbe stata cambiata l’intestazione.

In merito Carlo Rimondi a dichiarato. “ Finalmente sembra che lo Spirito Santo stia illuminando anche Bologna e non solo Roma. Mi rallegro che l’umiltà sia esercitata e non solo declamata in una disputa inutile su una questione che non entra nel merito dei reali diritti dei familiari ma solo su utili di bilancio e conti correnti che hanno cambiato intestazione e che senza alcuna ragione volevano essere celati. Fa specie che - in un momento in cui da tutte le parti si proclama a voce alta l’invito alla concordia, solidarietà e ragionevolezza e alla tutela dei lavoratori - taluni, deputati a metter in pratica tali principi, poi si trincerino dietro a mere questioni di lana caprina per evitare concordia e ragionevolezza”.

In udienza l’avvocato Mauro ha anche depositato al Giudice Squarzoni la propria memoria difensiva contro l’appello al sequestro giudiziario presentato dalla Curia. La prima udienza dell’appello fissato il 16 luglio, ma adesso tutta l’eredità sarà nella disponibilità del Tribunale e non più dell’Arcidiocesi, salvo un immobile dell'eredità Manini che non si potrà certo vendere perché nessun notaio ne trascriverebbe una nuova proprietà essendo in corso l’impugnazione del testamento fatta dai familiari.

L'AFFAIRE FAAC. Tra stoccate e a suon di udienze, i familiari di Michelangelo Manini avevano ottenuto un sequestro giudiziario del compendio ereditario e la Curia di Bologna ne rivendicava la proprietà, in forza di un testamento che l’avrebbe resa erede universale di tutte le proprietà, ivi comprese somme liquide e patrimoniali con il 66% delle quote di Faac SpA di Zola Predosa per un totale di circa 1,7 miliardi di Euro.
I familiari di Manini hanno contestato subito la validità del testamento, disconoscendone grafia e disposizioni, con una impugnazione, oltre che a contestare il fatto che il loro congiunto sia mai stato talmente cattolico da procedere con un simile lascito alla Chiesa. Il procedimento è ancora lungo e non se ne intravede la fine, ma la Curia, aveva cambiato le intestazioni bancarie e ritirato gli utili di quattro esercizi che Manini non aveva suddiviso per rendere più solida l'azienda di cancelli Automatici con oltre 1.400 dipendenti in tutto il mondo.

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