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Cronaca

Fine della querelle per l'eredità Faac, Mariangela Manini: 'Con il denaro i viaggi che non ho mai potuto fare'

Con il dissequestro dell'azienda, si chiude la lunga battaglia tra Arcidiocesi e familiari dello scomparso patron. A colloquio con Mariangela Manini: 'Non credevo che cercare di far valere i propri diritti fosse una cosa ritenuta riprovevole', ma il dentista Corneti non ci sta...

Si è definitivamente conclusa, con il provvedimento di dissequestro emesso dal giudice Maria Fiammetta Squarzoni, la lunga battaglia legale che ha visto da una parte la Chiesa Cattolica e la Faac S.p.A. e dall’altra i familiari dello scomparso Michelangelo Manini. Prima a procedere con l'impugnazione del testamento, tre giorni dopo la sua pubblicazione, la cugina di Michelangelo e poi dichiaratasi sorella, con causa di riconoscimento ancora in corso.

Ma alla fine di questa estenuante querelle, che tipo era Michelangelo Manini? "Fino a quando lo frequentavo io era molto timido, riservato, con pochissimi amici e, fin da piccolo, molto malato - dice Mariangela Manini a Bologna Today - quando avevamo circa 20 anni, io uscivo il sabato e la domenica per andare con le mie amiche alle feste o a ballare, non sono mai riuscita a portalo fuori con me. Insieme al mio fidanzato di allora (Ugo, oggi mio marito) cercavamo di portarlo nelle nostre amicizie o nelle nostre compagnie, ma lui voleva sempre rimanere solo in casa". Zio Beppe (Giuseppe Manini suo padre) e zia Gabriella (la mamma) erano molto ansiosi per questa sua solitudine. Non so poi cosa fece esattamente dopo il 1990. Quando morì zio Beppe fu molto addolorato e dopo la morte della mamma (nell’aprile del 1998) Michelangelo lo vidi raramente. So che aveva un unico grande amico forse dovreste chiedere a lui".

Cattolico Praticante? "No. Nostra nonna quando eravamo piccolini ci insegnò le classiche preghierine dei bimbi – che io ripeto ancora ogni sera – ma lui penso non sapesse neanche l’Ave Maria. Per questo, quando seppi del beneficiario, rimasi sbalordita e pensai ad un falso. Capisco un lascito ad un ospedale, ad un ente benefico, ai suoi dipendenti, ma alla Chiesa?"

Quindi? "Ognuno è libero di lasciare le sue proprietà a chi vuole lui salvo lo faccia nelle “modalità di rito”. Forse bisognerebbe rivedere questo aspetto. Nel caso di Michelangelo è talmente macroscopico il contrasto da dare adito a molti dubbi".

60 milioni di euro ai parenti, ma per l'Arcidiocesi manca ancora l'ultimo scoglio da superare: il dentista dell'imprenditore scomparso (dottor Corneti) prosegue la causa, rivendicando la validità di un testamento, secondo il quale lui sarebbe tra gli eredi. Ma proprio proprio sabato notte è stata resa pubblica una prima bozza della perizia disposta dal Tribunale sui  testamenti, che dimostrerebbe come autografi e olografi i testamenti prodotti dall’Arcidiocesi e falso quello presentato dal dott. Corneti.

Sinceramente, rifarebbe la battaglia? "Visti i risultati si, ma dal punto di vista emotivo assolutamente no. È stata una lotta durissima, non credevo che cercare di far valere i propri diritti legali, etici e familiari fosse una cosa ritenuta riprovevole. Ho vissuto con Michelangelo dalla sua nascita fino ai suoi 25 anni, mai, dico mai, l’ho visto andare in chiesa e mai, ripeto mai, ho visto in lui i segni della santità. Se avessi visto un testamento datato pochi anni dalla sua scomparsa, avrei potuto pensare a una sorta di redenzione, ma la data riportata è del 1998, lo stesso anno della morte di sua madre: quando lui aveva 38 anni a tutto pensava meno che alla Chiesa Cattolica o alle opere di bene".

Però sembra che il testamento sia vero... "Così dicono i periti e così accetto anche in virtù dell’accordo con l’Arcidiocesi".

Cosà farà dei soldi ricevuti? "Veramente per molto tempo non vedrò nulla. Bisogna finisca il processo e che il presunto testamento del Dott Corneti sia riconosciuto falso (il dentista di Manini - ndr). E ci vorrà almeno un altro anno. Dopo vorrei fare dei viaggi con mio marito nei posti in cui lui è andato per lavoro e dove io non l’ho mai potuta accompagnare per mancanza di soldi".

Un’ultima cosa: è falso il Testamento Corneti? "Così come è vero il testamento Arcidiocesi. Non spetta me dirlo la legge e i giudici ci sono per questo".

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