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Cronaca

Eredità FAAC: spunta 2° testamento di Manini, uno zio: ‘Dietro c’è disegno che va scoperto'

Si inasprisce la disputa tra famiglia, soci minoritari e Curia. Bologna Today raccoglie le posizioni dello zio di Manini che, dopo la cugina, impugna il lascito alla chiesa: "Non è credibile che mio nipote abbia interpellato un parroco per la stesura del testamento"

L’eredità Faac assume sempre più i contorni di una saga: esiste un altro testamento di Michelangelo Manini, unico erede di un ingente patrimonio e patron della Faac, deceduto il 17 marzo.
A colloquio con lo zio Carlo Rimondi, 71 anni, fratello della madre che, dopo la cugina Mariangela, ha impugnato il testamento presso il tribunale di Bologna chiedendone l’annullamento.
Perché anche lei ha ritenuto di impugnare il testamento di Michelangelo?
Conosco bene la famiglia Manini-Rimondi, mio nipote, suo padre e sua madre. Non erano assolutamente religiosi.
Pensa quindi a delle irregolarità? Sembra che Michelangelo si sia confrontato con il parroco prima di fare testamento…
Dietro c’è un disegno grande che bisogna scoprire. Sa, Michelangelo era malato da tempo e poi quella del testamento non è la sua firma. Non ritengo credibile che mio nipote abbia interpellato un parroco in merito alla stesura di un testamento di tale importanza invece che ai suoi numerosi consulenti legali.
Forse suo nipote non avendo famiglia o una compagna ha ritenuto di destinare tutto alla curia per delle opere di bene…
Non aveva né una sua famiglia, né una compagna. A lui piaceva viaggiare, andare all’estero, amava la bella vita…
Cosa prevede? Come pensa andrà a finire?
Andremo in tribunale, per noi sarà molto dura, ma le assicuro che lo sarà anche per loro.


Con la richiesta di impugnazione anche del secondo testamento attribuito al defunto, si alza il tono della disputa legale tra la famiglia Manini-Rimondi e la Curia bolognese, la quale, rilevando le disposizioni del primo documento, diventa erede universale e dichiara che impiegherà il lascito per opere di bene.
Pare dunque che nei tempi riconducibili alla stesura del documento, il nipote non fosse sicuramente religioso a tal punto di lasciare alla Chiesa tutto il suo patrimonio, oggi valutato 1,7 miliardi di euro, ma ancora in corso di quantificazione: 66% delle quote della Faac  S.p.A. che nel 2011 ha prodotto un fatturato di 214 milioni di euro e utili per circa 28 mln.
Questo secondo documento testamentario sembra essere stato ritrovato in una cassetta di sicurezza della CARISBO di Casalecchio di Reno ed è stato reso pubblico dal Notaio, anche qui indicato come esecutore testamentario, il cui compenso sarà a carico dell’eredità.

In merito, Rosa Mauro, avvocata della cugina Mariangela che per prima ha impugnato il testamento, ha dichiarato che “in ogni caso il ridetto aspetto non produce nessun rilievo ai fini che interessano; così come nessuna scrittura di comparazione deve essere esibita e prodotta dai parenti legittimi impugnanti gravando su chi intende avvalersi della e/o delle scritture private l’onere della prova dell’autografia”. Ergo i parenti contestano l’autenticità del testamento olografo, ma non sono loro a doverlo provare. Mentre gli ambienti vicini alla Curia precisano che, dalla cronologia degli accessi alla cassetta di sicurezza della banca, non risultano accessi dopo il 1998, per i parenti trattasi di classico esempio di excusatio non petita, accusatio manifesta (giustificazione non richiesta, colpa manifesta – n.d.r.). La cugina Mariangela ribadisce che “Michelangelo,  in particolare in quel periodo, non scriveva  in quel modo” escludendo così una reale volontà di tale elargizione. Rincara la dose supponendo che “forse sono entrate in ballo altre considerazioni aziendali o condizionamenti societari, visto che i soci di minoranza hanno sempre insistito per comprare le azioni Faac di proprietà della maggioranza”.  I parenti, eredi naturali, ma che in virtù dei documenti prodotti risultano esclusi dal patrimonio familiare, sembra stiano anche valutando i termini per una denuncia penale contro ignoti anche in considerazione della doppia scheda testamentaria ritrovata.
La battaglia legale si prospetta dura e soprattutto lunghissima. Prima Udienza fissata il 27 settembre, ma l’avvocata Mauro  ha già ricevuto incarico per azioni d’urgenza, in via cautelare, quali sequestri o altro, visto che l’inventario del lascito è ancora da definire e non tutto sembra filare liscio nei vertici aziendali. Infatti, sempre in settembre, la Curia dovrà vedersela anche con un’altra famiglia, i Despature, industriali francesi proprietari della quota di minoranza della Faac, che ha citato la parte maggioritaria presso il tribunale di Bologna per “abuso di posizione dominante”.
 

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