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Cronaca

Faac, chiesta archiviazione per reato di falso. I parenti: "Abbiamo facili argomenti"

Decisivo il responso del Ris di Parma per spingere la procura a chiedere l'archiviazione della denuncia per falso nell'affaire Faac. I parenti promettono di continuare la battaglia

E' di ieri la notizia della richiesta da parte della procura di Bologna di archiviare gli atti relativi alla denuncia contro ignoti per falso presentata dai parenti del defunto patron Faac Michelangelo Manini, la cugina Mariangela e lo zio Carlo Rimondi.

Dopo il repsonso del Ris di Parma, che ritiene le tre schede testamentarie autentiche, non si ravvisano più quindi le ipotesi di falso penale, ma i parenti hanno 10 giorni di tempo per opporsi alla richiesta e promettono di continuare la battaglia: "Così come un rinvio a giudizio di un accusato di un reato non presuppone una certezza di colpevolezza, una richiesta di archiviazione non certifica l’assenza del reato o, ancor meno, la validità di un documento contestato - così Ugo Nazzarro, marito di Mariangela Manini - la Procura ha ritenuto opportuno proporre questa richiesta in base alla Consulenza del RIS che, per quanto accreditata, non è certo la fonte ultima della verità che va accertata nel processo civile. In ogni caso la legge concede 10 giorni di tempo per opporsi al provvedimento: i nostri avvocati sono all’opera e rispetteranno i tempi. Sicuramente noi abbiamo facili argomenti per dimostrare che la scrittura di comparazione dei presunti testamenti non è una scrittura riconosciuta, né accertata  giudizialmente e neppure proveniente da pubblico ufficiale. Se necessario deciderà sul punto la Cassazione e non i RIS".

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