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Cronaca

Fertility-Day, Lorenzin chiede creativi gratis. La categoria: "Mancanza di rispetto"

Dopo il doppio flop delle campagne sul Fertility Day e la richiesta di lavoratori creativi non retribuiti, il Ministro Lorenzin torna al centro delle polemiche: è giusto chiedere di lavorare gratis?

E' stato ormai battezzato il caso Lorenzin. Il flop della campagna sul Fertility Day (doppio fra l'altro, qui le immagini della campagna e le sue parodie) e il successivo appello per reclutare dei creativi che potessero offrire servizio al Ministero della Salute a titolo gratuito come consulenti nella comunicazione, hanno suscitato tutta una serie di reazioni, contro-manifestazioni in piazza, a campagne fake sul web e sui social, proposte di confronti con l'Università e tanta ironia. Ma anche tanta indignazione, soprattutto quando si è toccato un tasto assai dolente: il lavoro non retribuito. 

Per chiarirci le idee su questo aspetto abbiamo chiesto a due professionisti della comunicazione di regalarci (ebbene sì, a titolo gratuito) la loro posizione al fine di fare luce sulla questione, ma dall'interno: Matteo Righi, direttore creativo di d&f comunicazione nonchè socio e più volte nel consiglio direttivo dell'ADCI (Art directors club italiano, unica associazione in Italia che riunisce e rappresenta la catagoria) e Simone Grossi, titolare di Studio Samo, entrambe realtà made-in-bo. 

"Non posso che condividere e sposare il pensiero espresso dall'associazione di cui faccio parte da 15 anni - spiega Matteo Righi - l'Art directors club italiano, che attraverso le parole del presidente Vicky Gitto (già protagonista di alcune interviste), ripercorrendo tutte le gaffe e le 'leggerezze' di una campagna che ha utilizzato immagini, testi e frasi infelici, ha chiarito come a farla da padrone siano stati la mancanza di consapevolezza dei tempi (bando e assegnazione troppo ravvicinati) e la mancanza di approfondimenti. Un'improvvisazione che di fertile ha avuto ben poco, se mi è concessa l'ironia. Noi come associazione senza scopo di lucro possiamo proporci a far capire pro bono al Ministero della Salute come arrivare al giusto brief di una campagna di comunicazione fatta e pensata bene, ma chiedere alle agenzie a ai professionisti di lavorare gratis è una mancanza di rispetto bella e buona". 

"Mi pare che la polemica sul caso Lorenzin vada scissa in due interrogativi: 1. E' giusto lavorare gratis per una buona causa? 2. E' giusto lavorare gratis in generale (soprattutto per chi lavora in Comunicazione)?”. E' Simone Grossi, titolare del bolognese Studio Samo ad analizzare la questione secondo la sua personale prospettiva e a fronte della sua lunga esperienza nel settore della comunicazione.  

LAVORARE GRATIS NELLA COMUNICAZIONE E' NORMALE. "Partiamo dal secondo: mi rendo conto che per molti suonerà come una bestemmia, ma lavorare gratis in Comunicazione è perfettamente normale a certe condizioni e se vi siete fatti i vostri calcoli. Questo perché la visibilità nel nostro settore ha un valore ed è merce di scambio (e chi ironizza sul "ti pagano in visibilità" e lavora in Comunicazione per me ha sbagliato mestiere.) Ovviamente il lavoro gratis dev'essere circoscritto e selezionato, valutando bene il ritorno che si potrà avere in un secondo momento".

ATTIVISMO GRATUITO ALLA BASE DELLA POLITICA. "Per quanto riguarda il primo interrogativo, sappiamo che l'attivismo a titolo gratuito è sempre stato un fondamento della politica. Credo che il ministro Lorenzin fosse in buona fede quando ha chiesto una collaborazione gratuita da parte dei creativi. Ma ha sbagliato, perché gli errori precedenti hanno fatto percepire la causa della “sensibilizzazione ai problemi sulla fertilità” come reazionaria e patriarcale. In più il fatto che chi abbia commesso gli stessi errori (e in generale chiunque lavori per lo Sttao) sia stato pagato eccessivamente per un lavoro scadente fa percepire questa richiesta come particolarmente ingiusta".  

In conclusione, lavorare gratis per il Ministero potrebbe avere senso per il ritorno in visibilità e le relazioni che si potrebbero intrecciare con la politica (il Governo è attorniato da persone che lavorano a titolo gratuito per visibilità, nessuna novità) ma il rischio di fallimento e sputtanamento mi pare troppo elevato per qualsiasi agenzia. Nel frattempo Renzi per uscire dall'impasse pare voglia chiamare Zalone (che non credo abbia bisogno di soldi.)"

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