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Cronaca Castel Maggiore

Piena Reno, a Panigale situazione rientrata: "Ma nella bassa bolognese situazione ancora grave"

Così il vicepresidente Marco Piazza sulla piena del fiume che ha causato ingenti danno all'attività agricola e produttiva del nostro territorio. Ancora gente sfollata e cumuli di detriti di vario genere da sgomberare. Confagricoltura: danni per 6 milioni di euro nei campi

Il fiume Reno è rientrato negli argini a Bologna, ma i disagi restano, soprattutto nella bassa bolognese. Ancora gente sfollata, ancora cumuli di detriti da smaltire. CastelMaggiore e Argelato le località più martoriarte. Qui la furia dell'acqua ha seminato i danni maggiori, inghiottendo campi, strade, allagando case, cantine. Colpendo l'agricoltura e le attività produttive del luogo.

La devastante esondazione del Reno oggi ha tenuto banco in consiglio comunale a Bologna. Il vicepresidente  Marco Piazza ha infatti aperto la seduta  con un intervento che esprime solidarietà a tutti i cittadini colpiti e poi ha fatto il puntio della situazione.

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"Il consiglio comunale di Bologna esprime solidarietà a tutti i cittadini colpiti dal grave allagamento. Dopo l'ondata di sabato scorso, il Reno a Bologna e' tornato dentro gli argini. A Borgo Panigale la situazione è rientrata anche se il fiume ha portato a valle un'abbondante quantità di detriti di vario genere, questo materiale che negli ultimi due giorni si e' depositato a ridosso dei piloni del Pontelungo, a Borgo Panigale. Ad oggi 40 delle 44 persone sfollate sono potute rientrare nelle loro case", così Piazza facendo il punto della situazione dei disagi della piena nel comune di Bologna.

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Piena fiume Reno, la situazione nei comuni della bassa bolognese

Il vicepresidente ha poi ripercorso anche la situazione nei comuni della bassa bolognese. "Nei territori dell'unione Reno Galliera la situazione è ancora grave, qui infatti la piena ha creato danni ingenti. In particolare ad Argelato, a Castelmaggiore-  località Boschetto - dove l'argine si è rotto proprio in corrispondenza del cantiere in corso. Auspichiamo che tutte le famiglie possano rientrare nelle loro case e si possano ricevere tutela per i danni subiti dalle attività produttive e dall'agricoltura." 

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Esondazione del Reno, danni per 6 milioni di euro nei campi

La conta dei danni è partita. Quella reale si intende, fatta di sopralluoghi e indagini nei campi flagellati dall’esondazione del Reno, all’interno di capannoni ed edifici investiti dall’onda funesta, e non quella diramata nelle ore del disastro magari guardando l’acqua che pian piano saliva.

Stamattina i vertici di Confagricoltura Bologna hanno scandagliato il territorio circoscritto tra i comuni di Castel Maggiore e Argelato. A seguito del giro di ricognizione fanno sapere che "sono circa 500 gli ettari - in località Boschetto dove si è rotto l’argine -, che hanno subito i danni maggiori in termini di ripristino della rete viaria e di scolo. Il tutto quantificabile in 2.000 euro a ettaro, ai quali bisogna aggiungere complessivamente un milione di euro per la mancata produzione 2019. Su altri 2.000 ettari circa, nell’area circostante, si può stimare una perdita di PLV fino a 4 milioni di euro. Inoltre, sono stati sommersi dall’acqua capannoni, fabbricati e case, incluse scorte e macchinari, ma il danno seppur ingente non è ancora quantificabile".

Il monito del presidente di Confagricoltura Bologna, Guglielmo Garagnani, suona perentorio: «Fare in fretta ad accertare le responsabilità e risarcire il danno alle imprese». Non solo. «Chiediamo anche – spiega nel dettaglio - misure specifiche per le aziende danneggiate ossia l’esonero fiscale e l’azzeramento dei contributi previdenziali e consortili. Significa: estendere l’esonero IMU, ora previsto solo per CD (coltivatori diretti) e IAP (imprenditore agricolo professionale), a tutti i proprietari di terreno e ai fabbricati; azzeramento contributi previdenziali dei lavoratori autonomi e datori di lavoro e dei contributi consortili dovuti per lo scolo e per il beneficio di disponibilità irrigua».

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