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Cronaca

Rubano i portafogli sul bus, poi svuotano i conti: due donne in manette

Prima il prelievo al bancomat, poi i finti acquisti in un negozio di abbigliamento e la spartizione del denaro con la titolare-complice

"Follow the money", ossia segui il denaro, oltre alle persone sospettate. E' l'operazione della Polizia che ha portato all'arresto di due donne, T.E., bolognese di 55 anni, e N.Y.B.I., cittadina equadoregna di 45 con numerosi precedenti specifici, accusate di ricettazione e indebito uso di carte di carte di credito. Indagato per gli stessi reati il complice, R.G., 80enne pregiudicato originario di Napoli. 

Un sistema ingegnoso che probabilmente avrebbe portato altri introiti alle persone coinvolte se, come spesso accade, non si fossero lasciate prendere la mano. 

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MODUS OPERANDI. Le indagini sono partite dalle numerose denunce a seguito di borseggi avvenuti sugli autobus Tper, soprattutto a danno di anziani che nei portafogli conservavano spesso anche i codici di accesso per prelievi bancomat. Gli inquirenti, coordinati dapprima dal PM Simone Purgato e in seguito dal collega Luca Venturi, si sono concentrati sul flusso di denaro. I dati delle centinaia di transazioni bancarie, iniziate nel 2013, sono stati incrociati con le denunce di furto e hanno consentito di mappare il sistema e le complicità, senza contare che prelievi e frequentazione del negozio sono stati immortalati dalle telecamere. 

Furto di portafogli e conti ripuliti: l'operazione di Polizia

Gli autori del borseggio, la donna equadoregna e l'uomo italiano, nel giro di poche ore prelevavano tutto il denaro possibile dagli sporteli bancomat, svuotando completamente il plafond sempre nello stesso negozio di abbigliamento, di proprietà dell'altra donna, T.E., coinvolta nell'indagine. Lì veniva simulato un acquisto (con regolare scontrino,) poi la spartizione del denaro. 

Si contano al momento 30 vittime della truffa per una cifra che in 5 anni avrebbe fruttato oltre 100mila euro, 40mila solo nel 2016, secondo le stime degli investigatori.

Sul caso, è intevenuto il legale della 55enne, che ha tenuto a specificare: “Le operazioni eseguite nel negozio della mia assistita sono state, nel corso di 4 anni, poco più di 20, per un ammontare complessivo pari a poco più di 20 mila euro, importo che può considerarsi fisiologico per chi gestisce un esercizio commerciale".
L’avvocato aggiunge che "si tratta di operazioni, ad eccezione di due, tutte eseguite da soggetti diversi, oltretutto non identificati, con i quali peraltro è certo con la mia assistita non avevano alcun contatto, come provano le intercettazioni telefoniche”.
Infine, chiosa il legale: “Non vi è prova che le tessere bancomat nel negozio della mia assistita venissero utilizzate senza che venisse effettuato alcun acquisto di merce, così come non vi è prova che abbia mai versato anche un solo centesimo a chi spendeva nel suo negozio attraverso bancomat di provenienza delittuosa. Nell’interrogatorio di garanzia, comunque, la mi assistita chiarirà la sua assoluta estraneità a questa penosa vicenda”. 
 

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