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Cronaca Zona Universitaria / Via delle Belle Arti

Furti a raffica nei musei: ritrovate 3 opere d'arte, pure il Sant’Ambrogio della Pinacoteca

Nelle ultime settimane si erano registrati diversi colpi nei musei della Regione, tra i quali quello in Pinacoteca. I carabinieri sono riusciti a riportare a casa alcune preziose opere

Torna al suo posto lo splendido dipinto olio su tavola di “Sant’Ambrogio”, rubato il 10 marzo scorso all’interno della Pinacoteca Nazionale di Bologna.

Insieme al quadro trecentesco di Giusto de’ Menabuoi, tornano ai musei della Regione altre due opere d'arte pregiatissime. Si tratta della 'Crocifissione e discesa al Limbo' dalla Pinacoteca di Faenza e del 'Ritratto di donna' dal museo civico San Domenico di Imola.

La prima, tempera su tavola del XIII secolo, rubata dalla Pinacoteca di Faenza tra il 24 ed il 25 febbraio scorsi mentre la seconda, più piccola e risalente al XVII secolo, sparita tra il 14 ed il 15 marzo dal Museo civico San Domenico di Imola.
Il valore delle opere, in totale, supera i 600 mila euro: la Crocifissione di Faenza ha, da sola, un valore stimato di 500 mila euro. 

Il rinvenimento di questi oggetti di enorme valore, e non solo economico, è opera di un’articolata attività investigativa svolta dal Nucleo carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Bologna, in collaborazione con il Nucleo investigativo del comando provinciale di Bologna, con le compagnie di Faenza e Imola e con il coordinamento della Procura di Bologna.

Opere d'arte trafugate, tornano a 'casa'

Le indagini e il ritrovamento | VIDEO

Il ladro, un uomo incensurato di circa cinquant'anni e residente in provincia, è stato individuato e denunciato per furto aggravato. A incastrarlo le immagini delle telecamere e il 'modus operandi', simile in tutti e tre i casi. 

Il ladro si recava nei musei durante i weekend, giorni nei quali si registrano più visitatori, e una volta prese le opere le nascondeva in una semplice busta che portava con sé. Le indagini sono partite dal furto alla Pinacoteca di Bologna: le forze dell'ordine hanno setacciato tutti i video delle telecamere installate dentro e nelle vicinanze dei Musei interessati e sono arrivati a individuare l'uomo un sabato di metà aprile, quando un maresciallo dei Carabinieri l'ha notato in via Castiglione, a Palazzo Pepoli. 

Così è partito il pedinamento per le strade di Bologna; subito dopo è scattata la perquisizione a casa dell'uomo dove i Carabinieri hanno ritrovato, all'interno di un mobile, tutti i preziosi dipinti trafugati, oltreai vestiti usati durante il furto di Faenza che erano stati individiati dalle telecamere. 

A spiegare come sono state condotte le indagini, nella cornice dell'aula Gnudi della Pinacoteca di Bologna, il procuratore capo di Bologna, Giuseppe Amato, il comandante dei Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale, il generale di Brigata Fabrizio Parrulli, e il comandante dei Carabinieri di Bologna, Valerio Giardina. Al termine delle conferenza il Sant'Ambrogio è stato riconsegnato a Mario Scalini, direttore del Polo museale dell'Emilia Romagna.

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