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Cronaca San Vitale / Via Mazzini

Gemelline, la Chiesa da l'ok alla separazione: "Non è una condanna a morte"

Se in pericolo di vita procedere all'operazione di distacco, così una delle due potrebbe salvarsi. Così il docente di bioetica Carbone: "Non sappiamo per quanto potranno vivere unite"

Anche la Chiesa si piega alla triste realtà. Sapendo che le gemelline siamesi nate al Sant'Orsola sono "affette da una grave disabilità", l'Arcidiocesi da il suo "nulla osta" all'intervento di separazione, oprazione che potrebbe salvare la vita ad una delle due piccole, ma portare l'altra alla morte. Un solo cuore ad entrambe, infatti, non basterà.

"Pur sapendo che una delle due morirà a causa della separazione, nel caso estremo e drammatico di pericolo di vita per entrambe le gemelle, se non ci saranno alternative possibili sarà sostenibile l'intervento di separazione, perché questo avrà il solo scopo di salvaguardare la vita di una gemella". Così si è espresso il docente di bioetica Giorgio Carbone, attraverso un editoriale pubblicato su Bologna sette.

Un caso "delicatissimo e drammatico" quello di Rebecca e Lucia, sottolinea la Chiesa bolognese: "per quanto le bambine crescano, la loro condizione di disabilità è grave. Non sappiamo per quanto tempo potranno vivere unite. Né per quanto tempo l'unico cuore gravemente malformato potrà reggere.".

OBBLIGO ETICO: CURARLE. Poi Carbone sottolinea: "Di fronte a questo quadro clinico grave c'é l'obbligo etico, non di dividerle a tutti i costi, ma piuttosto di curarle e assisterle con la maggiore attenzione possibile."

SEPARAZIONE, NON UNA CONDANNA A MORTE. Sempre secondo il docente, "nell'ipotesi che il quadro clinico precipitasse verso un imminente pericolo di vita per le due gemelle e ci fosse la possibilità di salvarne una, allora l'equipe medica procederà alla separazione. L'eventuale intervento di separazione non va letto come una condanna a morte di una delle due gemelle, perché la volontà dei medici non avrà per oggetto il procurare la morte di una gemella. Ma va visto come l'unica alternativa possibile per uscire dall'imminente pericolo di vita per le due gemelle: l'equipe medica farà quanto è scientificamente possibile per salvare la vita di una sorellina, sapendo però che come effetto collaterale, previsto, ma non voluto, ci sarà la morte dell'altra sorellina".

Infine, Carbone fa riferimento alla "teoria delle azioni con duplice effetto", come l'asportazione di un arto, un intervento "eticamente lecito perché il suo obiettivo è recuperare la salute evitando la cancrena, anche se l'effetto collaterale sarà la perdita dell'arto e quindi la disabilità", oppure l'assunzione di potenti farmaci chemioterapici, "lecita perché ha come effetto voluto la terapia del tumore, anche se gli effetti collaterali saranno molto disagevoli".
 

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