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Cronaca

Morì dopo la scomparsa: il S. Orsola convoca un incontro, ma esclude alcuni giornalisti

Oggi l'incontro con alcuni organi di informazione su di Gino Bragaglia, scomparso e ritrovato morto dal figlio. Ma dall'incontro sono state escluse alcune testate. Imbarazzo?

Il Policlinico Sant'Orsola Malpighi ha incontrato oggi alcuni organi di informazione per illustrare gli esiti dell’indagine interna sulla morte di Gino Bragaglia, l'86enne scomparso dalla medicina interna il 29 dicembre e ritrovato morto dal figlio. Dall'incontro però sono state escluse alcune testate, sorpattutto le agenzie di stampa.
"Abbiamo seguito indicazioni precise di Regione e Procura - é stata la spiegazione del dg del policlinico Sergio Venturi - e nella comunicazione abbiamo tenuto tutto su un piano assolutamente generale". Per Venturi infatti inizialmente la volontà era di diffondere la relazione, poi "la Regione ha convenuto con la Magistratura che quella relazione ha spunti per l'indagine diversa da quella nostra, che non ci occupiamo dei profili penali". Quindi non è stato diffuso il testo. "In base ad un accordo con Regione e Procura la notizia è stata mantenuta a livello locale e informale". Venturi ha però precisato che è stato il Policlinico a decidere chi 'invitare' all'incontro, tra cui, gli é stato fatto notare, diverse testate 'nazionali'.

VICENDA IMBARAZZANTE? Alla domanda se non si sia trattato di una scelta di profilo basso perché la vicenda imbarazza l’ospedale, il dg ha risposto: "Potete pensare quello che volete". Interpellato, il procuratore aggiunto Valter Giovannini, ha spiegato che "l'indicazione è stata che la relazione, essendo confluita nel fascicolo di indagine, poteva essere trasmessa al ministero, massima autorità garante per la salute, ma che il contenuto non poteva essere consegnato nei dettagli alla stampa. Però potevano, avendo noi ben presente il diritto all'informazione, essere fornite indicazioni di carattere generale sull'esito dell'indagine interna". Mai però la Procura "ha impartito indicazioni sulle modalità di convocazione dell'incontro con la stampa, perché non lo può fare".

INDAGINE INTERNA. "Abbiamo valutato la relazione sulla drammatica vicenda del signore 86enne, scomparso dal reparto di medicina interna e ritrovato senza vita dal figlio il pomeriggio del 31 dicembre, consegnata dalla direzione generale dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna l'11 gennaio scorso. Considero doveroso assicurare il nostro impegno ad affrontare, a livello di sistema, i punti deboli che la relazione ha messo in luce riguardo al sistema di comunicazione tra reparti e direzione, al sistema della ricerca di persone che si allontanano dal ricovero e al sistema di allarmi, affinché si faccia tutto il possibile per evitare nuovi drammi come quello accaduto". Così l'assessore alle politiche per la salute della Regione Emilia-Romagna, Carlo Lusenti "Siamo a disposizione della Magistratura fin dal primo momento - ha aggiunto - e, nel rispetto del lavoro che sta conducendo, ho ritenuto opportuno in questa fase non divulgare il testo della relazione che abbiamo anche trasmesso al Ministero della Salute e alla Commissione parlamentare di inchiesta sugli errori in campo sanitario".

PROCURA. La procura di Bologna ha chiesto al medico legale che ha eseguito l'autopsia di anticipare le conclusioni sulle cause della morte di Bragaglia. L'autopsia aveva accertato una ferita al capo provocata probabilmente da una caduta, ma anche che non era stato il trauma cranico a uccidere l'uomo. Si attende quindi da altri accertamenti, in primo luogo gli esami istologici, una risposta per capire se l'anziano sia morto sul colpo o dopo diverse ore; quanto abbia inciso sul cuore dell'uomo, grave cardiopatico, l'esposizione al freddo; e soprattutto quanto sia durata. L'autopsia era stata eseguita il 2 gennaio. I risultati istologici erano attesi in almeno una ventina di giorni, e il pm Domenico Ambrosino ne aveva concessi 90 al medico legale Sveva Borin per consegnare i suoi risultati. Ora la Procura, nella persona del nuovo titolare dell'inchiesta, il sostituto procuratore Simone Purgato, si sta adoperando affinché l'esito degli esami arrivi al più presto. Da quei risultati infatti si può ipotizzare che dipenda fortemente lo sviluppo dell'inchiesta (al momento contro ignoti per omicidio colposo). Se dovesse infatti emergere che l'anziano è morto subito dopo essere uscito dal reparto, in astratto potrebbero essere ipotizzati approfondimenti sui soggetti tenuti alla vigilanza del malato (sempre che esista un obbligo di vigilanza continua). Ma se al contrario dovesse emergere che l'anziano è morto di freddo o stenti, dopo ore, lo spettro degli approfondimenti potrebbe essere allargato a chi lo doveva cercare, ed eventualmente, cercare meglio.

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