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Cronaca

Gioco d'azzardo: "Fenomeno in crescita tra giovani dai 15 ai 21 anni e anziani"

L'allarme lanciato dall'Associazione giocatori anonimi locale

Stando alle statistiche, l’Emilia Romagna si piazza al secondo posto nella classifica delle regioni dove si gioca più in Italia, anticipata solo dall’Abruzzo. Analizzando i numeri dal 2007 al 2018, nel Bel Paese i giocatori d’azzardo sono aumentati in maniera esponenziale. Basti pensare che nel 2007 sono stati giocati 46 miliardi totali, e nel 2018  ben 110 miliardi di euro. E se nel 2007 le persone che hanno chiesto aiuto a strutture specializzate per uscire dalla ludopatia sono state 100mila, nel 2018, ufficiali, sono state 1 milione. Questi i dati e numeri forniti dall’Associazione giocatori anonimi di Bologna, i cui referenti spiegano che la “situazione è allarmante”. Il problema infatti, è tutto il mondo che si “muove sotto”, cioè le persone che non chiedono aiuto, che giocano di nascosto  come molti giovani che scaricano app dal cellulare o puntano da un computer.

La testimonianza choc: "Mi sono giocato 2 milioni di euro"

“In Europa l’Italia è la nazione dove possiamo affermare che si gioca di più – raccontano a BolognaToday i referenti dell'associazione – tanto che abbiamo una slot ogni 140 persone. A seguire c'è la Spagna, dove c’è una slot ogni 250 abitanti”. L’Associazione è dislocata in tutta l’Emilia Romagna, e tra Bologna e Imola sono 70 le persone che seguono costantemente le riunioni: a queste si aggiungono i frequentatori saltuari, chi è andato una volta ed è sparito e chi ha chiesto anche solo informazioni. “Esiste un sotto strato, un numero di giocatori impressionante che non viene alla luce – spiegano – e noi cerchiamo di fare il possibile per aiutarli. Adesso esistono due fasce d’età ben distinte di giocatori: la prima che comprende i giovani dai 15 ai 21 anni, e la seconda gli adulti dai 62 ai 70 anni.  I primi non si espongono, giocano da dietro un pc o un cellulare e puntano molto sul poker texano, blackjack e così via. Le persone anziane invece, usano i gratta e vinci o le sale bingo. Di queste in città ce ne sono un paio, come una molto grande alla Bolognina, e non è difficile capire chi passa lì qualche ora in compagnia e chi invece, ha un serio problema. Ci sono almeno 5 milioni di giocatori in Italia di cui non si ha traccia, persone che hanno bisogno di aiuto”.

Quanto si gioca

Ma l’attenzione sulle ludopatie e dipendenze è alto, e vari i provvedimenti messi in campo per cercare di arginare il fenomeno. Prendendo in esame i numeri forniti dal database “L’Italia della slot” realizzato dal gruppo Gedi, inserendo la città di Bologna, emerge che nel 2016 in tutto il comune sono stati giocati 534,17 mln, e che le AWP , cioè le new slot che erogano vincite in denaro, erano 2624. Non solo, la giocata pro-capite era di 1.375,4 euro contro i 1.290,2 euro del 2015. Alcuni Comuni della cintura bolognese hanno iniziato a correre ai ripari, soprattutto dopo la norma in materia varata dalla Regione. Il primo ad attuarla è stato San Lazzaro di Savena, che ha chiuso le sale slot che non rispettano i 500 metri di distanza dai luoghi considerati sensibili, come scuole e centri culturali e sociali. In tutto il bolognese sono stati aperti anche sportelli dedicati non solo aigiocatori, ma anche alle famiglie, per cercare di dare un supporto a chi vive momenti difficili.

I dati

I dati statistici dei soggetti con dipendenza da gioco che si  sono rivolti al Sert di Bologna, e pubblicati sul sito dell’Ausl Bologna - Emilia Romagna, analizzano l'arco temporale dal 2009 al 2017: una fotografia generale, dalla quale emerge che il numero di giocatori di sesso maschile supera di gran lunga quello femminile, e soprattutto che dal 2014 al 2017 il numero di persone che ha chiesto aiuto è aumentato in maniera esponenziale, passando da 145 a 200 persone.

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