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Cronaca Budrio

'Coprifuoco' contro il vizio del gioco in 11 comuni, il sindaco di Budrio: 'Chiaro messaggio politico'

Le "macchinette" potranno essere accese dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 22, festivi compresi, poi scattano le multe. In due anni i ludopatici sono quasi raddoppiati

Budrio, Baricella, Castenaso, Argelato, Bentivoglio, Castello D’Argile, Castel Maggiore, Galliera, Pieve di Cento, San Giorgio di Piano, San Pietro in Casale. Sono questi i comuni del distretto Pianura est che entro breve approveranno l'ordinanza che limita l'orario di utilizzo di videolottery e slot machine.

Per le sale-gioco o per gli esercizi commerciali che ospitano le "macchinette", come bar e tabaccherie, l'orario massimo di funzionamento andrà dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 22, festivi compresi, dovranno essere spente fuori da tali orari e per chi non li rispetterà scatta la multa, che andrà dai 25 ai 500 euro.

Un'ordinanza analoga è stata approvata a Palazzo D'Accursio lo scorso 13 maggio e la campagna di informazione sulla ludopatia punterà a diffondere innanzitutto una certezza scientifica di base: con il gioco si perde, non si vince.

"Questa ordinanza vuole intervenire nei momenti della giornata particolarmente rischiosi -ha detto Giulio Pierini, sindaco di Budrio e presidente del Distretto socio-sanitario Pianura Est -, perchè meno soggetti al controllo della comunità e più esposti all'utilizzo da parte di minori"

Per Pierini il fenomeno è "in costante crescita", come nel suo comune. In due anni il numero delle persone che si è rivolto alla Ausl per chiedere assistenza per dipendenza dal gioco d'azzardo è quasi raddoppiato (da 80 a 153 chiamate) e a Budrio sono aumentate del 110% le richieste di aiuto già nel primo trimestre del 2015. "Il nostro è un atto di indirizzo ma anche un chiaro messaggio politico - continua Pierini - a livello nazionale su questi temi c'è una riflessone aperta e noi diciamo: i territori sono preoccupati dal crescere del fenomeno, ora si regoli l''utilizzo delle slot machine con la legge e su tutto il paese".

I DATI. La ludopatia è un fenomeno che negli ultimi 4 anni si è diffuso in modo esponenziale anche in Emilia Romagna, tanto che si è calcolato un aumento del 100%: nel 2014 sono stati 1.277 i soggetti con patologie collegate alla dipendenza dal gioco in trattamento presso il Servizio sanitario regionale (per approfondire qui). I numeri sono allarmanti anche se ci si limita a guardare i dati forniti dal SERT di Budrio e da quello di San Giorgio di Piano, attivi in questa particolare dipendenza dal 2013 (nel solo Sert di Budrio, le richieste di aiuto per ludopatia sono aumentate del 110% già nel primo trimestre del 2015).
E teniamo conto che la persona che decide di farsi curare è solo la “punta dell’iceberg” di un mondo sommerso.

Non tutti i giocatori incalliti si rivolgono alle strutture sanitarie. Si tratta di "numeri allarmanti - secondo Erika Ferranti, sindaco di Bentivoglio e vicepresidente del distretto socio-sanitario - abbiamo pensato che fosse necessario intervenire per tutelare la salute pubblica e contrastare l'insorgere di abitudini malate".

Il Tar dell'Emilia-Romagna un mese fa aveva invece ribaltato il punto di vista sulla disciplina delle distanze, introdotta negli ultimi due anni in numerosi Comuni e spesso appoggiata dai Tribunali amministrativi nei contenziosi aperti da società ed esercenti. La seconda sezione ha accolto un ricorso di una società di scommesse, a cui era stata negata l'autorizzazione a trasferirsi in nuovi locali, collocati a una distanza inferiore (meno di mille metri) stabilita dal regolamento comunale di Bologna. Spetta all'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, e non ai Comuni, il compito stabilire su tutto il territorio nazionale le distanze minime delle sale da gioco dai cosiddetti luoghi sensibili, scuole e case di cura.

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