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Cronaca

Giacobazzi accusato di spaccio di droga. Il comico si difende: "Un equivoco"

Bufera intorno al comico, ben noto ai palcoscenici bolognesi, per una vicenda di droga in cui è rimasto invischiato. L'attore sostiene la sua innocenza, pronto a combattere fino infondo: nessun patteggiamento

Bufera intorno al comico Giuseppe Giacobazzi, al secolo Andrea Sasdelli, per una vicenda di droga in cui è rimasto invischiato.
Il cabarettista di "Zelig" e del "Costipanzo Show", ben noto ai palcoscenici bolognesi, sostiene la sua innocenza, pronto a combattere fino infondo e non patteggiare, pur di veder fatta giustizia.

IL FATTO. Al suo indirizzo, il Pm di Modena ha chiesto una condanna a un anno e quattro mesi per spaccio di droga. Sasdelli infatti venen sospettato di essere in possesso di alcuni grammi di cocaina nel corso delle indagini dei carabinieri che a novembre dell'anno scorso consentirono di smantellare un'organizzazione di spacciatori attiva in provincia di Modena.
Vennero allora arrestate 16 persone e furono sequestrati nel complesso otto chili di droga. Sono 22 gli imputati al termine dell'operazione dei militari dell'Arma.

LA DIFESA DI GIACOBAZZI. “Un equivoco legato all'errata interpretazione di un'intercettazione telefonica”, in cui il celebre comico parlava di grappa in maniera scherzosa, con un amico che era già sotto inchiesta per stupefacenti. E' quanto Giuseppe Giacobazzi ha precisato attraverso il suo ufficio stampa, commentando la richiesta di condanna per spaccio avanzata nei suoi confronti dal pm di Modena.

"E' categoricamente falso - precisa la nota, pubblicata anche sul sito del comico - che sia mai stato trovato in possesso di sostanza stupefacente e non è questa la circostanza in cui si sostanzia l'accusa". Sasdelli lamenta inoltre che non sia stato "mantenuto quel riserbo che ci si augurava", e che il pur importante diritto di cronaca sia diventato in alcuni casi "una licenza di mentire". Tutta colpa di "un equivoco" nella conversazione telefonica intrattenuta con l'amico in effetti "finito sotto inchiesta e perciò intercettato. L'infondatezza dell'accusa mossa ad Andrea Sasdelli - continua la nota - risulta tanto più evidente dalla lettura di una imputazione assolutamente indeterminata, circostanza riconosciuta dagli stessi inquirenti, e priva di qualsivoglia riscontro". Per questo Sasdelli ha deciso di non patteggiare, ma di "combattere per la propria innocenza, cercando di dimostrare, al di là di ogni ragionevole dubbio, la completa insussistenza" delle accuse.

 

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