rotate-mobile
Cronaca Zona Universitaria / Piazza Giuseppe Verdi

Ancora scontri con la polizia, in Piazza Verdi l'assemblea pubblica dei collettivi degenera

Alle ore 18 in Piazza Verdi, lo fanno sapere gli studenti di Hobo: "Studenti e studentesse resistono con il coraggio di chi sa di aver scelto la parte giusta della barricata"

Di nuovo tensioni in Piazza Verdi tra studenti e forze dell'ordine per l'assemblea convocata alle 18 dai collettivi studenteschi. Dopo che i due gruppi si sono fronteggiati per circa un'ora c'é stato un contatto (OGGI LA LETTERA DI HOBO: "ABBIAMO VINTO. ABBIAMO LIBERATO PIAZZA VERDI). Sono volate bottiglie, da parte del cordone manganellate. All'ennesimo tentativo di sfondamento da parte del gruppo, di manifestanti, circa 150, polizia e carabinieri in inferiorità numerica, prima hanno reagito con scudi e qualche manganellata. Poi sono arretrati lentamente, mettendosi a semicerchio, attraversando la piazza invasa a quel punto dal corteo che è avanzato continuando a lanciare oggetti. Le forze dell'ordine hanno raggiunto Largo Respighi schierandosi vicini ai blindati e fuori dalla piazza. Dai manifestanti è partita l'esultanza "Piazza Verdi libera".

Secondo quanto si legge sui social network, un'attivista sarebbe stata manganellata sul viso. Un fotografo è stato colpito da una bottiglia in testa. E' intervenuta un'ambulanza del 118 che si sta occupando di polizia e carabinieri contusi. Almeno tre ragazzi hanno escoriazioni.

VITTORIOSI. La giornata si è conclusa con l'esultazione degli studenti, dopo che polizia e carabinieri, in netta inferiorità numerica, sono arretrati fino ad uscire dalla piazza simbolo della zona universitaria, consentendogli di fatto 'la presa' della piazza. Ma la piazza alla fine è anche un 'campo di battaglia', pieno di vetri di bottiglie rotte, lanciate contro il cordone delle forze dell'ordine. Dopo più di un'ora di fronteggiamento in via Zamboni, con polizia e carabinieri schierati ai lati della strada, c'era stata un'avanzata dei manifestanti, che chiedevano di poter fare un'assemblea, e gridavano "fuori gli sbirri da piazza Verdi". Prima c'é stato un contenimento con manganellate e scudi, cui è stato risposto con lancio di bottiglie. Quindi l'arretramento del cordone, ancora volo di bottiglie mentre la gente che era rimasta in piazza fuggiva spaventata.

Lo scorso giovedì 23 maggio, alle 19.30  "Studenti e studentesse improvvisano delle barricate con sedie e tavoli in Via Zamboni per rispondere all’irruzione di polizia e carabinieri che, in assetto antisommossa, avevano tentato di interrompere un’assemblea organizzata dal Cua con le lavoratrici della Sodexo di Pisa. Determinazione e prontezza costringono scudi e manganelli ad arretrare fino a Piazza Verdi: qui l’assemblea ricomincia ma, “colpevole” di usare una cassa amplificata, viene violentemente caricata dagli uomini in divisa". Con questo report dei fatti avvenuti il 23 maggio Hobo - Laboratorio dei Saperi Comuni invita questo pomeriggio alle 18 a un'assemblea pubblica.

"Studenti e studentesse resistono - continua la nota degli studenti Hobo - con il coraggio di chi sa di aver scelto la parte giusta della barricata. La voce corre rapida, nel giro di pochi minuti alcune centinaia di giovani fronteggiano e circondano i caschi blu, che a quel punto sono costretti ad abbandonare il campo. Questa sera abbiamo vinto noi. Il giorno dopo il sinistro governo cittadino guidato da Pd (Merola: “era ora di intervenire con metodo e spero si continui così”) e Sel (Naldi: “il regolamento va fatto rispettare anche a costo di innalzare la tensione a questi livelli”) rivendica plaudente la violenza poliziesca. La follia “law and order” cofferatiana si riproduce anche senza lo sceriffo Cofferati. I media come sempre fanno da cassa di risonanza alle menzogne del potere, e di questo amplificatore sì ne faremmo volentieri a meno. Dal canto loro, gli sceriffi dell’amministrazione universitaria, pavidi e complici, tacciono e acconsentono".

"Da anni ormai Piazza Verdi è al centro delle campagne contro il “degrado” e della conseguente militarizzazione. Ma il degrado in questa città è identificato con le forme di vita dei giovani e degli studenti, buoni da sfruttare come utenti di università e servizi, per i lavoretti precari e per la rendita immobiliare, da ridurre al silenzio se provano a prendere autonomamente parola.
É invece tutt’altro, quello vero, il degrado che noi stiamo combattendo: quello di un’università smantellata e ridotta in macerie dalla riforma Gelmini, dall’impoverimento di saperi e prospettive, dalla precarizzazione, di cui il rettore Dionigi e la sua amministrazione sono sostenitori e complici; quello dei costi dei servizi sempre più insostenibili (la mensa si fregia del titolo di più cara d’Italia); quello degli sgomberi di spazi sociali dentro e fuori dall’università; quello di una città tenuta in ostaggio dal potere di speculatori e baroni, amministratori e cooperative rosse di vergogna".

UNA BATTAGLIA PER OTTENERE SPAZI AUTONOMI DI SOCIALITA'. Chiariamo allora quel è la posta in palio di questa battaglia: è la possibilità – in mezzo alle macerie che hanno prodotto – di costruire spazi autonomi di socialità, aggregazione e circolazione dei saperi, per dare risposte concrete a bisogni impellenti, per creare nuova università e piazze da vivere in comune. “Dove loro distruggono, noi costruiamo”, questo è l’insegnamento che ci viene dagli studenti e dalle studentesse della libreria Ex-Cuem della Statale di Milano, violentemente sgomberata e rioccupata con gioia e determinazione: è un insegnamento che facciamo nostro. Siamo allora d’accordo con chi dice che “alcune decine di persone non possono tenere in ostaggio l’intera zona universitaria”: noi ci proviamo ogni giorno a isolare questi loschi figuri, che indossano caschi blu ed ermellini. Il #27M lo faremo in tante e tanti: see you on the barricades!"

Hobo - Laboratorio dei Saperi Comuni

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Ancora scontri con la polizia, in Piazza Verdi l'assemblea pubblica dei collettivi degenera

BolognaToday è in caricamento