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Cronaca Casalecchio di Reno

Casalecchio, scontri davanti all'Ikea: condannati nove attivisti

I collettivi si unirono alle proteste della cooperativa di facchini e, nel corso della manifestazione, una poliziotta riportò la rottura del setto nasale a causa di una cinghiata

Condannati nove attivisti dei collettivi, imputati per gli scontri del dicembre 2012 davanti all'Ikea di Casalecchio di Reno. I collettivi si unirono alle proteste della cooperativa di facchini e, nel corso della manifestazione, una poliziotta riportò la rottura del setto nasale a causa di una cinghiata. 

Due militanti sono stati condannati a un anno e quattro mesi per resistenza a pubblico ufficiale, getto pericoloso di cose e lesioni, e altri a diversi mesi. 8 mesi anche a Loris Narda, già ai domicliari: "Erano i giorni di maggiore scontro ai cancelli dei magazzini Ikea di Piacenza picchettati ogni mattina dai presidi operai del SICOBAS a cui partecipavamo con numerose delegazioni. Rispondemmo quindi con entusiasmo e determinazione all’appello degli operai a organizzare iniziative di boicottaggio e solidarietà nei propri territori. E così costruimmo il presidio a Bologna Chiudere Ikea - ha commentato il collettivo CUA - che fin da subito si dovette scontrare con le cariche della celere e le continue provocazioni della Digos".

Un'inziativa quella di facchini e collettivi che si concluse con la chiusura del negozio: "Ed è sulla strada della solidarietà di classe che dopo la sentenza di oggi continueremo a camminare insieme ai tanti compagni e alle tante compagne di lotta che abbiamo conosciuto in questi ultimi anni e che siamo certi insieme a Vincenzo incontreremo in nuove importanti giornate di conflitto e antagonismo sociale! Affrontiamo quindi questa condanna continuando il nostro quotidiano lavoro al fianco di operai, sfrattati, disoccupati e giovani delle periferie, consapevoli di essere nel giusto e accolti dal calore dei territori dove lottiamo giorno e notte, siano i quartieri popolari, la zona universitaria o l’interporto", conclude CUA. 

"Il picchetto fu violentemente e ripetutamente caricato da carabinieri, come sempre schierati insieme ai funzionari di Digos e polizia a difesa degli interessi dei padroni della crisi - ha scritto Hobo - nonostante le manganellate e la brutale violenza delle forze dell’ordine, il picchetto riuscì a resistere con determinazione, ottenendo il blocco del punto vendita... Nel rivendicare la piena legittimità sociale di quell’importante giornata di lotta, vogliamo rilanciare in avanti la sfida che davanti ai cancelli della logistica si è materializzata: la possibilità di costruire un terreno comune e ricompositivo tra i molteplici soggetti della crisi, senza il quale i conflitti sono destinati alla semplice vertenza settoriale. Le condanne di oggi dimostrano che è proprio di questo che la nostra controparte ha paura. Ed è dunque questa la strada giusta da seguire, con tranquilla e implacabile determinazione. Quando l’ingiustizia diventa legge, la resistenza diventa dovere! Avanti!" 

   

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