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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Immigrazione clandestina: a capo del "giro" due professionisti bolognesi

Imprenditori insospettabili nell'associazione dedita all'attività illecita: agli stranieri contratti di lavoro fasulli in cambio dei quali pagavano migliaia di euro. Un ragioniere e un avvocato da tirare le fila

Allo scoperto associazione dedita al favoreggiamento e sfrutatmento dell'immigrazione clandestina. Trentotto le persone indagate di cui, tre, raggiunte da misure cautelari restrittive della libertà personale. Tra loro due professionisti residenti sotto le Due Torri, iscritti ai rispettivi albi professionali (un ragioniere ed un avvocato). Ora rischiano anche la radiazione dall'Ordine professionale di appartenenza in quanto ritenuti gli ideatori, organizzatori e promotori dell'illecito sistema contestato.

A mettere insieme i pezzi del giro illecito è stata la Guardia di Finanza di Rovigo, in collaborazione con i comandi provinciali di Bologna, Forli e Ravenna coordinati dalla procura di Bologna. L'indagine delle Fiamme Gialle ha preso le mosse da un normale controllo fiscale in un laboratorio tessile di Occhiobello, nel Rodigino, dove erano stati identificati tre operai cinesi risultati beneficiari della procedura di regolarizzazione meglio conosciuta come 'sanatoria per colf e badanti'. Procedura viziata, secondo i rilievi dei Finanzieri, dall'utilizzo di falsi contratti di lavoro come colf o badanti.

A fare da regia, nella vicenda, un sodalizio di imprenditori e professionisti emiliani, tra cui un ragioniere ed un avvocato entrambi del bolognese che, grazie alle proprie conoscenze, erano riusciti a reperire numerosi 'clienti', circa 200, tra cittadini cinesi, albanesi, bengalesi, marocchini e tunisini.

In base a quanto emerso dai controlli, i falsi datori di lavoro sono risultati, in tutto, una quarantina: gli interessati, ossia i cittadini extracomunitari, versavano all'organizzazione una somma variabile tra i 5.000 ed i 7.000 euro mentre i datori di lavori compiacenti venivano 'ricompensati' con 1.000 euro.

I reati contestati ai membri dell'associazione vanno dal favoreggiamento all'immigrazione clandestina, dalla falsità materiale ed ideologica in atto pubblico alla falsità in dichiarazioni rese al pubblico ufficiale al favoreggiamento personale, con l'aggravante di avere agito al fine di trarne profitto e in concorso tra più di cinque persone.

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