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Venerdì, 19 Aprile 2024

Inchiesta pompe funebri, Merola: "Comune non c'entra niente"

Il commento del sindaco sull'inchiesta che ha coinvolto anche l'ad di una partecipata del Comune

Non c'è nessuna responsabilità politica del Comune di Bologna rispetto al racket delle pompe funebri negli ospedali cittadini sgominato ieri dai Carabinieri. A dirlo con forza è il sindaco Virginio Merola, commentando l'inchiesta che vede coinvolti tra gli altri anche Massimo Benetti, imprenditore con molti incarichi in varie aziende funebri bolognesi e anche ad della società Bologna servizi cimiteriali (Bsc), partecipata al 50 per cento da Palazzo D'Accursio.

Con l'arresto di Benetti, spiega poi Merola, in base al codice civile e allo statuto, ora il presidente di Bsc "ha assunto tutte le deleghe per garantire la continuità amministrativa dei servizi cimiteriali, che funzionano molto bene. Dopodiché vediamo gli sviluppi dell'inchiesta- aggiunge il sindaco- è chiaro che riguardando una parte dei soci privati, andrà rideterminata la compagine societaria". 

Sullo stesso argomento, stamattina i consiglieri comunali Bosco, Di Girolamo, Piazza e Lisei hanno chiesto chiarimenti all'assessore Davide Conte durante il question time del venerdì.

"Per quanto riguarda il Comune, mi preme sottolineare che non c'è nessun coinvolgimento - ha chiarito Conte - la nostra società funziona, è in piena attività e non è stata toccata in nessun modo in questo momento dall'indagine.

Questo per me è importante evidenziarlo, anche perché occorre ricordare a tutti i consiglieri, e raccontare anche ai nostri cittadini, che il servizio è operativo e a disposizione, e questo è importante per evitare appunto che la gente pensi che l'attività non sia in funzione. 
Per quanto riguarda la nostra attività di controllo, tutto quello che noi dovevamo fare lo abbiamo fatto e oltre.

Il monitoraggio per quanto riguarda le competenze e le necessarie verifiche da parte dell'Amministrazione comunale, cioè il controllo che le persone nominate all'interno della società da parte di soci privati rispettassero la norma di legge, è stato fatto.

Se le persone coinvolte delle indagini, non all'interno del perimetro delle attività del Comune di Bologna e dei servizi nostri cimiteriali, ma all'interno di altre tipologie di attività, avulse dal nostro controllo, commettono degli atti su cui appunto la Procura sta indagando, li non possiamo entrare nel merito della loro attività privata e di altre iniziative esterne alla nostra attività di controllo e alla nostra attività di impresa.

La persona coinvolta- continua l'assessore - era stata nominata da soci privati e avremo a breve un incontro anche con loro per verificare e capire come procedere. Comunque le contestazioni mosse a Massimo Benetti non riguardano l'esercizio dell'attività di amministratore delegato della nostra società, che è totalmente estranea all'indagine. 

Ricordo e preciso come previsto dallo statuto che l'amministratore delegato non è nominato da noi, ma dal socio privato e quindi espressione della cordata aggiudicataria della gara a doppio oggetto.

Per quanto riguarda il nostro compito di controllo, garantisco al consigliere Lisei che lo abbiamo svolto, sono d'accordo però con il consigliere nel momento in cui dice che occorre porre attenzione.

Seguiamo dunque lo sviluppo delle indagini, perché il meccanismo che è emerso e che abbiamo letto tutti dai giornali, effettivamente ci fa ragionare sulla necessità di porre sempre più attenzione come politica su alcuni rischi che la nostra città corre, al pari di altre città, fermo restando che questi fatti sono avulsi al contesto della nostra azienda, non ci riguardano in nessun modo e la nostra azienda continua a lavorare a pieno regime, rispondendo ai bisogni dei nostri cittadini per quanto riguarda i servizi cimiteriali".

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