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Cronaca

Incidente Bologna, un trauma per chi l'ha vissuto: parla lo psicologo

E' il dottor Alessandro Pesce a spiegare cosa può accadere quando si vive una situazione come l'esplosione di Borgo Panigale: "Eventi traumatici che possono disarmare la nostra capacità di fronteggiarli e che lasciano un segno indelebile nella nostra vita segnando una linea di confine"

Vivere un trauma come quello dell'esplosione di Borgo Panigale in prima persona, subire lo shock, rivedere quella scena più e più volte rivivendo la stessa paura, facendo brutti sogni frequentemente: sono reazioni che si possono verificare e che in gergo medico sono riconducibili al "Disturbo post traumatico da stress" (DPTS). Ma che si affrontano e si superano. 

A spiegare cosa accade al nostro cervello e come superare questo ostacolo c'è lo psicologo e psicoterapeuta Alessandro Pesce: «Il nostro cervello è un organo molto sensibile agli stimoli ambientali e lavora costantemente per monitorare la presenza di eventuali minacce che passono mettere a repentaglio la sicurezza nostra e delle persone che amiamo, al fine di predisporci alla reazione più adeguata per metterci in salvo. Ci sono però eventi davanti ai quali può non esserci via d’uscita, irrompono nella nostra esistenza facendoci sperimentare un forte senso di impotenza e di resa. Sono violenze fisiche e sessuali, disastri naturali o civili, eventi cruenti, gravi malattie o lutti...». 

«Sono eventi traumatici che possono disarmare la nostra capacità di fronteggiarli e che lasciano un segno indelebile nella nostra vita segnando una linea di confine, un solco tra il “prima” e il “dopo”. Gli ingredienti per il rischio di sviluppare un processo traumatico sono: esperienze che comportano un grave rischio per l’integrità propria o di persone che amiamo, accompagnate da un forte senso di impotenza (assenza di via d’uscita)».

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I segnali da monitorare: incubi, flashback, frequenti mal di testa

«Per prevenire la cronicizzazione della sofferenza psicofisica del processo traumatico Le persone coinvolte nel grave incidente di  Bologna dovranno monitorare nei giorni e mesi successivi i seguenti sintomi: incubi riguardanti l’evento e/o flashback, senso persistente di irrequietezza, agitazione o irritabilità; senso di forte stanchezza o significativo calo di energie; importante difficoltà di concentrazione o forte confusione; frequenti mal di testa, formicolii a gambe e braccia o difficoltà digestive».

Quali possono essere i fattori preventivi? «Parlarne e condividere l’esperienza, creare o ricercare contesti affettivi e sicuri, evitando l’isolamento. L’intervento tempestivo dei pubblici ufficiali è un fattore protettivo, perché dà la sensazione di non essere soli e abbandonati davanti ad esperienze così terribili. Se i sintomi dovessero persistere nelle settimane successive all’evento e parlare e condividere non dovesse bastare a ripristinare l’equilibrio precedente, rivolgersi ad uno psicoterapeuta esperto nella risoluzione del trauma».

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 Alessandro Pesce

Il Dott. Alessandro Pesce lavora privatamente a Zola Predosa come psicologo e psicoterapeuta ad orientamento Biosistemico, conduce gruppi di terapia e supervisione per operatori di diversi ambiti clinici e psichiatrici. Naturopata  specializzato in tecniche psicocorporee all'Istituto Riza medicina psicosomatica di Bologna. Membro della commissione didattica della Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Biosistemica. 

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