Incidente Bologna, il camionista tamponato: «Urlavano tutti, un inferno»
Il racconto di quegli attimi fatto dell'autotrasportatore 45enne Antonio Verdicchio, il primo ad essere stato travolto: "È stato peggio del terremoto dell’Irpinia dell’80 che ho vissuto in prima persona"
Ha il setto nasale rotto e ustioni di secondo grado in testa, al collo, alla spalla e al braccio Antonio Verdicchio, l’autista di 45 anni di Cancello, nel casertano, che lunedì pomeriggio sul raccordo di Bologna è stato il primo ad essere travolto dal tir che trasportava Gpl, tanto da sfondare il newjersey con il suo mezzo pesante.
«Dallo specchietto ho visto il camion che si avvicinava»
È scosso, ma ringrazia il cielo per essere vivo: “Eravamo fermi perché c’era stato un piccolo incidente tra un paio di auto più avanti - racconta - Mantenevo la giusta distanza e dallo specchietto retrovisore ho visto questo camion che si avvicinava, fino a quando mi sono reso conto che non avrebbe frenato. Il tempo di girare lo sterzo e sono stato travolto, finendo sulla bisarca. Qualcuno lassù ha voluto che mi salvassi perché ho avuto solo il tempo di slacciare la cintura e iniziare a correre. Dietro di me c’erano solo fiamme, e sapendo cosa avevo nel camion, cioè solvente per vernici riciclati, poteva incendiarsi anche il mio mezzo”.
«Un urto violentissimo, tutti hanno iniziato a correre»
E incalza: “È stato un urto violentissimo, e il camion che portava gpl era completamente avvolto da fiamme altissime. Tutti hanno iniziato a correre nella mia direzione per cercare di prestarmi soccorso e capire cosa fosse accaduto. Ma io ho iniziato a urlare dicendo di non venirmi incontro perché era pericoloso, gridavo a tutti di allontanarsi”.
Poi l’esplosione: “È stato peggio del terremoto dell’Irpinia dell’80 che ho vissuto in prima persona. Ero a circa duecento metri di distanza con la polizia, che aveva messo in sicurezza gli altri automobilisti quando siamo stati travolti. L’onda d’urto ci ha fatto cadere, tutti urlavano , un inferno. La mia maglia si è incendiata, avevo fiamme ovunque ma non neanche io come ma sono vivo. Due volte in pochi minuti - incalza - Prima sono stato travolto da un tir che è stato avvolto dalle fiamme e poi da una bomba di fuoco“.
Verdicchio, dopo essere stato soccorso, è stato trasportato prima al Rizzoli e poi al Sant’Orsola. Oggi è a casa, insieme alla famiglia, e ha un solo pensiero : “Io sono vivo ma penso spesso al camionista che ha perso la vita e alla sua famiglia, a cui vanno le mie più sentite condoglianze. Sono 26 anni che faccio questo mestiere, lo amo, e nonostante quello che è successo tornerò presto alla guida”.