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Cronaca Castel Maggiore

Inondazione del Reno, la Regione 'scagiona' il bacino di Suviana: 'Non è stato aperto'

Presentato il report completo sulla rottura dell'argine a Castel Maggiore. La Regione a conoscenza delle fragilità da anni

Il bacino di Suviana non è responsabile della ondata di piena che sabato 2 febbraio ha colpito Castel Maggiore e Argelato. Il dettaglio emerge dalla relazione sull'inondazione presentata in Regione dall'assessore Paolo Gazzolo.

"La diga -spiega in un passaggio Gazzolo- al contrario non ha ridotto l'apporto d'acqua, non ci sono stati rilasci che hanno aumentato la piena". Anzi, vista l'allerta, i livelli del bacino "erano stati abbassati il giorno prima per consentire una maggiore capacità di invaso". Gazzolo poi ripercorre la cronologia degli eventi di quella mattina, dove l'argine in lavorazione si è poi rotto, causando l'allagamento.

"La ditta era stata attivata alle 10 per rinforzare la sponda- precisa Gazzolo- ma a causa dei problemi di viabilità dovuti al maltempo tra Bologna e Modena, il primo escavatore è arrivato alle 13.15". L'argine si è rotto alle 14 e il primo masso per riparare la falla è stato posato alle 17.

Che quella sponda del fiume fosse un rischio, però, la Regione lo sapeva da anni, perché era l'unico punto (300 metri in tutto) rimasto più basso di 70-90 centimetri rispetto agli altri argini del Reno, alzati nei primi anni 2000, perché all'interno di un'area militare.

Già con la piena del 2014 ci furono perdite, spiega Gazzolo, e nel 2015 l'autorità di bacino spedì una diffida al ministero della Difesa per intervenire. L'esercito però demolì solo alcuni manufatti pericolanti, ma non rifece l'argine. Se ne incaricò dunque l'autorità di bacino in autonomia, ma il progetto subì ritardi a causa dell'introduzione del nuovo codice degli appalti. Inoltre, l'attestato di bonifica bellica è arrivato in Regione solo l'11 settembre 2018.

Subito sono partiti i lavori, afferma Gazzolo, "mantenere l'argine in quello stato era più pericoloso che aprire il cantiere in autunno-inverno". Il 7 dicembre scorso si è conclusa la prima parte dei lavori, che la Regione ha provveduto a pagare.

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