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Cronaca

Intervista a Elisabetta Laganà: "Al lavoro per il carcere di Bologna"

Bologna Today ha intervistato la neo-eletta garante della Dozza Elisabetta Laganà. Dopo quasi un anno e mezzo una svolta per i detenuti. Ecco come si lavorerà da oggi

Con Elisabetta Laganà si chiude lungo capitolo che ha lasciato senza garante per quasi un anno e mezzo il carcere di Bologna. Pedagogista e psicologa, dal  2009 è a capo della Conferenza nazionale volontariato giustizia. Eletta ieri in Consiglio Comunale tra aspre polemiche, perchè giudicata inadeguata visto l'incarico presso il Tribunale di Sorveglianza, Laganà ha risposto dimettendosi dal precedente incarico ed ore è pronta per mettersi al lavoro, "visto che di lavoro da fare ce n'è".

Come si lavora da oggi?
Solo se tutti si mettono d’accordo e lavorano insieme si possono ottenere dei risultati. C’è bisogno di congiunzione con gli enti locali, quali interlocutori per legislazioni scritte ma poco applicate che se avessero trovato il loro esercizio, non ci troveremmo oggi nelle condizioni in cui siamo a livello nazionale. Si riscontrano ritardi sul piano delle riforme e sull’aumento delle carcerazioni: il vero punto di incontro sarebbe creare tavoli di lavoro trasversali e invertire la tendenza lavorando con i giudici a tutti i livelli.

Quale la condizione dei detenuti della Dozza? Come migliorarla?
Vanno assolutamente migliorate le condizioni di vita dei detenuti, e il garante resta comunque una figura limitata, ma spesso molto importante per rendere note determinante situazioni, per fare da collegamento e per fare leva sui diritti dei detenuti, spesso non esercitati. Quando si entra in un carcere ci si rende conto che mancano persino i materassi, i soldi per il vitto e si devono cercare i fondi. La situazione è comunque difficile a livello nazionale. Bisogna dare gambe alle possibilità delle misure alternative, alloggi,  lavoro e così via. Tutti sono d’accordo sulle misure alternative e sulla bontà dei risultati, ma poi fuori non ci sono le condizioni adeguate.

Come si muove il volontariato a Bologna?
Bologna è molto attenta alla solidarietà ed è inventiva nel mettersi a disposizione, basti ricordare l’idea “Imbianchiamo le mura del carcere” e il progetto con cui l’attore Bergonzoni ha portato i libri nelle celle. Il volontariato è un mondo sfaccettato, composto da diverse realtà. Circa 12 anni fa si è deciso di mettere insieme grandi sigle come Seac, Arci e Caritas perché si è capito che era necessario un coordinamento che rappresentasse tutti. Ora continuiamo così.

 

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