Censimento chiama censimento. Dopo la conta della popolazione italiana del 2011, Istat, in collaborazione con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, la Federazione degli organismi per le persone senza dimora (fio.PSD) insieme alla Caritas hanno stilato i numeri delle persone senza fissa dimora che, nei mesi di novembre-dicembre 2011, hanno utilizzato almeno un servizio di mensa o accoglienza notturna in 158 grandi comuni. A Bologna il conto arriva a 1.005 e con la crisi economica è destinato ad aumentare. Solo pochi giorni fa il tradizionale pranzo per la festa di San petronio ha accolto 216 persone senza tetto.
I DATI. Detiene il triste primato la Lombardia con 15.802, 13.115 a Milano, segue naturalmente Roma con 7.827 homeless. A Bologna ne vivono 1.005 e 4.394 in tutta l’Emilia Romagna. La maggior parte è disoccupata e vive principalmente nel nord Italia, 18.456, segue il centro con circa 10.878, il nord est con 9.362, sud e isole con circa 9.000.
GLI STRANIERI. I senza fissa dimora sono lo 0,2% della popolazione, poco meno di 50.000 persone iscritte presso i comuni dell’indagine, percentuale destinata ad aumentare se si considerano i non residenti nel nostro paese: sei homeless su 10 sono stranieri. In maggioranza sono uomini, con meno di 45 anni e, sorprendentemente, il 35% ha un diploma di scuola superiore ed oltre: ha una laurea il 9,3% degli stranieri e il 23% degli italiani, mentre il 6% degli immigrati dichiara di essere analfabeta.
Il 63,9% delle persone senza dimora, prima di essere in tale condizione,
viveva nella propria casa, dato che si è consolidato negli ultimi anni a causa della
crisi.
LE DONNE. Anche donne e per il 43,3% italiane. Tra le straniere prevalgono rumene, ucraine, bulgare e polacche, oltre un quarto ha oltre 55 anni e sempre il 25% dichiara di avere un lavoro in media per 14 giorni al mese, con un guadagno di circa 314 euro. Le donne vivono più spesso degli uomini con un coniuge o con i figli e quindi dormono in strutture di accoglienza nel 75,4% dei casi, dove spesso mangiano. L’11,4% dichiara di essersi trovata in situazione di risse o aggressioni negli ultimi 12 mesi.
LA DISOCCUPAZIONE. Disoccupazione e
separazione dal coniuge sono le principali cause di emarginazione. Il
28,3% dichiara di lavorare:
occupazioni a termine o saltuarie a bassa qualifica (facchino, trasportatore, raccolta dei rifiuti, giardiniere, lavavetri, lavapiatti, manovale, muratore, operaio edile, bracciante, falegname, fabbro, fornaio, pulizie). Oltre la metà dichiara di
non riuscire a trovare lavoro per motivi di salute, giudiziari o di irregolarità dei documenti; più diffusa, tra gli stranieri questo disagio, anche per mancanza di
documenti regolari. La maggior parte delle persone senza dimora (53,4%)
riceve aiuto economico da parenti, amici o associazioni di volontariato e queste ultime sono l’unica fonte di sostentamento. Quasi la metà degli homeless, italiani e stranieri, ha utilizzato i servizi per l’impiego, mentre gli
italiani fanno maggiormente ricorso ai servizi sociali e a quelli sanitari, anche perché mediamente più
anziani.
SERVIZI SOCIALI. Nei 12 mesi precedenti l’intervista, quasi il 90% delle persone senza dimora ha utilizzato un servizio di mensa, il 71,2% un servizio di accoglienza notturna, il 63,1% un servizio di igiene personale. Nessuna differenza tra italiani e stranieri nell’accoglienza notturna, diurna e nella distribuzione di pacchi alimentari; più utilizzati dagli stranieri sono invece i servizi di mensa e di igiene personale.