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Istituto Ortpedico Rizzoli: revocato lo sciopero, scatta lo stato di agitazione

Revocato lo sciopero per il 19 e il 20 maggio da parte di Fials, Cobas e Nursind, scatta lo stato di agitazione di Cgil-Cisl-Uil

Revocato lo sciopero per il 19 e il 20 maggio da parte dei sindacati autonomi Fials, Cobas e Nursind, non c'è pace per l'Istituto Ortopedico Rizzoli. Scatta infatti lo stato di agitazione di Cgil-Cisl-Uil che come i 'colleghi' contestano la "erronea modulazione degli orari di lavoro", ma in una lettera inviata al prefetto Ennio Mario Sodano, al direttore generale del Rizzoli, Francesco Ripa Di Meana, e alla Commissione di garanzia sugli scioperi, i confederali spiegano i motivi che hanno portato a proclamare lo stato di agitazione.

In primis, i sindacati protestano contro gli orari di lavoro, che prevedono ''lunghe'' inaccettabili, che mettono a rischio l'equilibrio psicofisico dei lavoratori, il rientro in servizio sul riposo settimanale ogni 35 giorni, la ''nottina'', le pause non retribuite di 30 minuti, e un debito orario non allineato alle effettive assenze e all'effettivo lavoro svolto".

E poi la questione della "carente copertura del turnover nel piano assunzioni 2016", la "previsione della cessione di ramo d'azienda del laboratorio aziendale all'Ausl di Bologna", e "la mancata predisposizione di un numero sufficiente di parcheggi per il personale".

Ora i sindacati chiedono la convocazione della procedura di raffreddamento in Prefettura, ma solo dopo il 24 maggio, per non "ostacolare il percorso di mobilitazione su base regionale già previsto, con lo sciopero generale proclamato da Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Fpl" proprio per lo stesso giorno. (agenzia dire)

PROCEDURE DI RAFFREDDAMENTO. Nei settori interessati la legge impone fondamentalmente due obblighi, demandando alla
contrattazione collettiva la disciplina di dettaglio ed l'ulteriore obbligo di attivare una procedura obbligatoria di raffreddamento, quello di garantire in ogni caso le cosiddette "prestazioni indispensabili", di dare un "preavviso" scritto non inferiore a dieci giorni, con espressa indicazione della durata, delle modalità di attuazione, nonché delle motivazioni, dell'astensione collettiva dal lavoro (comunicazione da inviare sia all'azienda che alla Prefettura).

L'azienda, a sua volta, deve dare una specifica comunicazione agli utenti , nelle forme adeguate, almeno cinque giorni prima dell'inizio dello sciopero, dei modi e dei tempi di erogazione dei servizi nel corso dello sciopero e delle misure per la riattivazione degli stessi. Per garantire le "prestazioni indispensabili", che vanno in ogni caso assicurate, i contratti collettivi di lavoro individuano idonee misure che possono consistere: nell'astensione dallo sciopero di quote strettamente necessarie di lavoratori tenuti alle prestazioni; nella previsione di forme di erogazione periodica; nell'indicazione di intervalli minimi da osservare tra l'effettuazione di uno sciopero e la proclamazione del successivo. (fonte: FP-CGIL) 

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