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Cronaca

La legge di stabilità chiude nel silenzio il fondo nazionale per l'affitto

A Bologna scade sabato 28 Novembre il termine per presentare la domanda di contributo affitto per il 2015. Intanto la legge di stabilità nel silenzio generale chiude l'esperienza. Ma gli inquilini non ci stanno.

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di BolognaToday

A Bologna scade sabato 28 Novembre il termine per presentare la domanda di contributo affitto per il 2015.

Intanto la legge di stabilità nel silenzio generale chiude l'esperienza.

Ma gli inquilini non ci stanno.

La Legge di stabilità 2016 azzera nuovamente il Fondo nazionale per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione. Per il 2016 il Governo trova 4 miliardi per abolire la TASI, ma non trova 100 milioni per aiutare gli inquilini più poveri. Dopo anni di assenza il fondo affitti era stato finanziato dalla L. 80/2014 con 100 milioni per ognuna delle annualità 2014 e 2015. Una somma irrisoria, che tuttavia, insieme alle risorse di Regione e Comuni, ha consentito di mantenere un certo grado di attenzione verso le famiglie in maggiore difficoltà a pagare l'affitto, il cui bisogno è straordinariamente aumentato negli ultimi anni, anche a causa della crisi economica. Con l'azzeramento del fondo, invece, lo Stato si torna a sfilare dal fondo nazionale locazioni, per cui la Regione e i Comuni si sentiranno obbligate a considerare di nuovo chiusa l'esperienza del sostegno diretto all'affitto. Questo significa che nella nostra Regione, dove mancheranno 10 milioni di euro, le migliaia di famiglie che avevano ripreso a contare su questa forma di aiuto per reggere un po' meglio nel mercato dell'affitto privato, dall'anno prossimo dovranno arrangiarsi da sole. Esattamente il contrario di quanto sarebbe stato necessario, vista la situazione sempre più complicata in cui versa la gran parte degli inquilini a reddito medio-basso (v. ultima rilevazione ISTAT). Ma a tante di queste famiglie (reddito medio 1.000 euro), probabilmente non basterà arrangiarsi un po' di più per evitare di finire in morosità, perché con affitti medi pari alla metà del reddito, e tutte le altre spese che aumentano, per loro sarà davvero difficile cavarsela.

Per il SUNIA è inaccettabile che una forma di sostegno che ha riguardato un così grande numero di famiglie di inquilini venga abbandonata senza che nessuno rifletta su come questo inciderà sulla loro condizione e le conseguenze che ne deriveranno, dimenticando che il picco degli sfratti per morosità ha coinciso proprio con il precedente abbandono del contributo affitti. E non vale ribadire che non ci sono soldi: la vicenda TASI-IMU, per rimanere nell'ambito della casa, è lì a dimostrare che i soldi si potrebbero trovare. Il SUNIA apprezza che la Regione assicuri che manterrà la propria quota di 2 milioni, ma con questa somma si andrà ben poco lontano, per cui servirebbe, insieme da Regioni ed ANCI, una forte pressione verso il Governo perché non abbandoni questa misura che negli anni ha aiutato migliaia di famiglie a non precipitare nell'emergenza abitativa.

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