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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Zona Universitaria / Via Zamboni

Zona Universitaria, stretta su orari dei locali. Ascom vs sindaco: 'Degrado non si risolve così'

Il sindaco cerca un punto di incontro tra il diritto al riposo dei residenti della zona e la movida. Ascom insorge e chiede al Comune di non procedere con l'ordinanza

L'ordinanza che limiterà gli orari di locali, laboratori artigianali e negozi della zona universitaria è un provvedimento "molto semplice" e "necessario, perchè" in quell'area "si concentrano migliaia di persone, quindi bisogna raggiungere un equilibrio tra il diritto al divertimento e il diritto al riposo dei residenti. Noi offriamo questa base, sulla quale trovare un equilibrio". Così il sindaco di Bologna, Virginio Merola, oggi a margine di una conferenza stampa. "Nello stesso tempo, com'è noto- sottolinea il primo cittadino- siamo aperti ai Patti di collaborazione", che anche nel caso della zona universitaria potrebbero trovare applicazione: con "chi si assumerà impegni più forti- spiega Merola- potremmo anche, insieme ai residenti, decidere deroghe all'orario". Nel frattempo, però, "era necessario- ribadisce Merola- che ci fosse un provvedimento fermo, di base". Questo perchè "abbiamo verificato" che questo serve "proprio per permettere l'avvio eventuale di una discussione", conclude il sindaco.

ASCOM INSORGE, CHIEDE AL COMUNE DI NON PROCEDERE. L’ordinanza sugli orari delle attività economiche nella zona "U"  entrerà in vigore dal giorno 8 giugno 2015. Ma i commercianti tentano di stoppare il provvedimento. Confcommercio Ascom Bologna fa sapere infatti di aver palesato all'amministrazione il suo giudizio negativo "sulle limitazioni di orario che inevitabilmente produrranno conseguenze economiche negative, inevitabili per le imprese della zona universitaria e per i loro dipendenti."

I commercianti parlano di "un taglio drastico, esteso e senza alcun preavviso degli orari dei pubblici esercizi anche ad operatori che, fino ad ora, hanno sempre tenuto un comportamento conforme ai regolamenti rappresenta una scelta sbagliata di politica turistica e della sicurezza."

Di questa ordinanza ciò che Ascom non condivide è "l’impostazione che identifica, in modo semplicistico e surrettizio, nei gestori dei locali serali gli unici responsabili del degrado e gli unici a dover sopportare delle conseguenze economiche sulla loro attività imprenditoriale. In realtà sono proprio loro che, in questi anni, hanno contribuito con iniziative, servizi esterni e controllo nella somministrazione di alcolici a gestire situazioni nelle quali sarebbe stato necessario un ruolo più incisivo in termini di prevenzione delle forze dell’ordine e della polizia municipale."
Fenomeni come la vendita abusiva di alcool, di spaccio di stupefacenti e di bivacco, insomma, mandano a dire i commercianti, "non si risolvono certo con una chiusura anticipata dei locali".

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