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Cronaca

Quali sono i 'Luoghi del Cuore' dei bolognesi? Ce lo dice il censimento FAI

Dalla Chiusa a chiese e castelli sul territorio: il 13 maggio torna il censimento de "I Luoghi del Cuore". I cittadini possono segnalare un luogo, un parco o anche un evento da tutelare. Non resta che votare...

45 fino a oggi gli interventi di recupero in 15 regioni del FAI, in collaborazione con Intesa San Paolo: 1. 800.000 segnalazioni in 10 anni. Torna oggi 13 maggio il censimento: i cittadini possono segnalare sul sito web del FAI un luogo, un parco, ma anche un evento che vorrebbero fosse protetto per sempre. Non resta che votare...

Ecco i "Luoghi del Cuore" dei bolognesi. 

L'Eremo di Ronzano, in via Gaibola: chiesa, chiostro e convento immersi nel verde della collina. La costruzione risale al XII secolo e oggi accoglie gruppi, persone che vogliono fare esperienza di comunità e ospita conferenze.

Rotonda di Villa Aldini, colle dell’Osservanza: un panorama mozzafiato su Bologna. Sul retro di Villa Aldini la chiesa rotonda dei S. Maria del Monte, romanica. Un cerchio perfetto: la leggenda racconta che questa forma sia stata “suggerita” a Picciola Galluzzi (che la stava costruendo nel 1116) dall’apparizione di una colomba che con il becco trasportò tante pagliuzze e pezzetti di legno fino a formare un grande cerchio. Nel seicento molte delle pitture dalla chiesa, guaste dal tempo, furono sostituite da un ciclo di affreschi di G. B. Cremonini (anch'esso cancellato per la costruzione di Villa Aldini). Oggi si possono ammirare l'immagine della Madonna e gli affreschi degli Apostoli, esempio prezioso e raro di arte romanica bolognese (nella scia delle più famose miniature), che insieme ad altri elementi della decorazione architettonica o artistica permettono di datare questa costruzione al XII secolo (Fonte: Touring Club)

Abbazia di Monteveglio:  totalmente restaurata pochi decenni fa, la chiesa attuale sorse su un edificio più antico, anteriore al IX secolo, e fu eretta fra l'XI e il XII secolo, ad eccezione di alcune parti più antiche, ancora oggi osservabili nella cripta e negli absidi. L'abbazia, destinata a uso monastico e fondato da Matilde di Canossa nell'XI secolo, ora è sede della Comunità dei Fratelli di San Francesco. Di recentissima data il restauro del crocifisso in legno del '400, collocato sopra all'altare maggiore, all'interno della chiesa ed altrettanto recente il restauro dell'organo del '600 posto a destra dell'altare (fonte: Comune di Monteveglio).

Castello di Bentivoglio, via Saliceto n. 1: fu fatto costruire da Giovanni II Bentivoglio fra il 1475 e il 1481 di fianco alla Rocca, quest’ultima fatta costruire nel 1390 dal Comune di Bologna. Fu adibito a dimora di svago e di caccia, la Domus Jocunditatis, come si leggeva nella decorazione pittorica della corte, per brevi soggiorni e adatta ai divertimenti della corte bentivolesca. Tipica costruzione rinascimentale, con due porticati e vivaci decorazioni, purtroppo oggi in maggioranza perdute tranne quelle dei fiordalisi, degli stemmi e dei ghepardi. Due belle sale: la Sala dei Cinque Camini e la Sala del Pane, quest’ultima così definita dallo splendido ciclo di affreschi che la adornano narrando in dieci riquadri la storia della panificazione. Nel 1945, a durante la ritirata delle truppe tedesche, la trecentesca torre venne fatta saltare lasciandola mutilata come oggi la vediamo. Oggi l’edificio ospita i laboratori di ricerca dell’Istituto di Ricerca Ramazzini e viene utilizzato per diverse attività culturali organizzate dall’Amministrazione Comunale (fonte: Comune di Bentivoglio).

Chiesa della SS. Trinità, Pieve di Cento: un piccolo edificio, risalente alla metà del secolo XVI, era luogo di preghiera e di sosta per i pellegrini in viaggio per i luoghi santi. Un vicino "ospedaletto", offriva cura e soccorso ai viaggiatori e ai convalescenti. Sull’altare della chiesetta si conserva una bella pala dedicata alla SS. Trinità, opera del pittore Lucio Massari. Bellissimo con affreschi di Lionello Spada e di Francesco Brizio (dipinti fra il 1612 e il 1615), e il coro in noce intagliato da Giovanni da Bergamo (fonte: Comune di Pieve di Cento).

Chiusa di Casalecchio: la più antica opera idraulica nel mondo ancora in funzione ed utilizzata in maniera continua e ininterrotta. Il Canale inizia a Casalecchio, dove la Chiusa (lunga metri 160,45), larga mediamente 35,45, con un dislivello di metri 8,25) sbarra il fiume.
La Chiusa è posta quasi alla metà del corso del Reno, cioè ad 83 chilometri dalla sorgente (che è sul Monte delle Piastre, in località Pruneta, a 900 mt slm.) ed a 128 chilometri da Torre di Primaro, dove il fiume sfocia in Adriatico, dopo aver attraversato le pianure di Bologna, Ferrara e Ravenna. Il Canale di Reno, invece, partendo da Casalecchio, dopo 6 chilometri di percorso entra a Bologna fra Porta S. Isaia e Porta S. Felice, mediante il boccaporto della Grada (così chiamata dalla robusta grata di ferro che veniva calata per evitare indesiderate intrusioni). All’interno della città il Canale (ora ricoperto, ma fino agli anni ’60, ancora in bella vista) segue via Riva Reno fino
all’incrocio con Via Marconi. Qui il canale si divide in due rami, detti, rispettivamente, “del Cavaticcio” e “delle Moline”. Il Canale del Cavaticcio volta a sinistra e, in Largo caduti del Lavoro, precipita in via del Porto, ove erano le banchine del porto fluviale di Bologna. Il Canale delle Moline, invece prosegue lungo Via Riva Reno, attraversa Via Indipendenza, fiancheggia Via Augusto Righi e Via della Moline
Via del Pallone, lambisce la Montagnola e la Stazione e si ricongiunge al Cavaticcio, in via Bovi Campeggi, in località “La Bova”. Da Casalecchio al termine del percorso cittadino il canale ha 8 salti d’acqua, che servono ad aumentare la forza energetica. Infatti dal Medioevo fino a molti anni fa tutta l’economia bolognese aveva in questo Canale la fonte prevalente d’energia per far funzionare le macchine idrauliche: mulini da grano, piastrini, segherie, magli, trafilerie, pile da riso, cartiere, telai, filatoi di seta, lavanderie e concerie (fonte: Comune di Casalecchio).

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