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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Imola

Bambini picchiati e minacciati all'asilo di Imola: "Se lo dici ti prendo e ti attacco al soffitto"

Le indagini si sono avvalse di intercettazioni ambientali e video. Emergono nuovi dettagli sulla vicenda

Pochi giorni sono bastati agli inquirenti per capire che  maltrattamenti verbali, fisici, insulti e denigrazioni sembrano essere stati per diverso tempo all’ordine del giorno in un asilo di Imola, dove una maestra di 55 anni è stata arrestata nel corso delle indagini che oggi la vedono accusata di lesioni personali aggravate, e maltrattamenti su minori. Un provvedimento disposto dal giudice Rita Zaccariello, su richiesta della pm Manuela Cavallo, in seguito a quanto emerso da intercettazioni ambientali e video: bambini dai 3 ai 5 anni che sarebbero stati costretti a subire sfoghi e insulti a sfondo razzista, minacciati con atti di violenza verbale e fisica e intimoriti da minacce di punizioni corporali, provocando, in alcuni casi, piccole lesioni personali, come si legge nell’ordinanza di custodia cautelare. L’insegnante se la prendeva più o meno con tutti, ma in particolare con alunni di origine straniera. 

Se quando arriva la tua mamma…quando gli vai incontro e gli dici ‘lei mi ha fatto’, ‘lei mi ha detto’, io ti prendo e ti attacco al soffitto” sarebbe solo una delle minacce dirette a un bambino che non doveva raccontare quanto accadeva a scuola.  “Che fa lei? Va dalla dirigente! Va qua a fare l’imb....e! Però lei non lo vede che tu fai l’imb....e in mezzo agli altri…Pensi che la maestra ha paura di te o tua mamma? Non me ne frega niente … dì che ci prova ancora, poi vedi cosa succede, dove vi mando io!” la frase presumibilmente rivolta a un bambino perché la mamma era andata a lamentarsi dalla preside per i comportamenti violenti della maestra.  “Madonna! Voglio farti girare la testa se funziona come le rotelle” l’esternazione della donna contro un alunno che le avrebbe dato le spalle mentre raccontava una favola, colpito poi con due schiaffi in faccia e sulla mano perché continuava a non prestare attenzione.

Bambini chiamati con appellativi dispregiativi come “stupido”, “disgraziato”, “idiota”  e “deficiente” solo perché si erano lamentati o non erano attenti, e per questo strattonati, schiaffeggiati o pizzicati a tal punto da tornare a casa con dei lividi. Non solo,  un piccolo avrebbe riportato  una tumefazione alla testa, qualcuno dei graffi,   una bambina sarebbe stata spesso vittima di tirate di capelli e una piccola alunna avrebbe avuto un colpo di “karate” sul ginocchio  per  tenere le gambe in una certa posizione. 

L’indagine a carico dell’insegnante è partita in seguito a un esposto presentato a luglio dell’anno scorso da un gruppo di genitori, alcuni dei quali già nel 2016 avevano fatto una segnalazione alle autorità scolastiche, che avevano ritenuto “la non sussistenza di elementi concreti e circostanziali tali da supportare l’eventuale apertura di un accertamento ispettivo”. Ma i genitori non si sono arresi, hanno dato ascolto alle loro sensazioni e ai racconti dei loro figli, correndo poi dagli inquirenti che hanno immediatamente avviato le indagini. 


 

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