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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

Meningite: torna il batterio killer, calano le vaccinazioni in Emilia-Romagna

Ancora grave la neonata ricoverata al Sant'Orsola, ma le vaccinazioni sono in calo: il livello più basso degli ultimi dieci anni. L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha richiamato l'Italia

Ancora poche le speranze di salvare la bimba di quaranta giorni, ricoverata all'ospedale Sant'Orsola, dopo essere stata dimessa dal pronto soccorso pediatrico del Maggiore con una diagnosi di "influenza". I genitori sono pronti a denunciare i medici e la Ausl Bologna ha risposto in una nota che "Non vi era alcun segno che facesse sospettare una patologia così grave come quella resasi evidente in tempi successivi, i parametri clinici al triage erano tutti nella norma, la temperatura rilevata 37,5 gradi". Un quadro clinico, dunque, che "presentava caratteristiche del tutto analoghe ad un banale episodio febbrile di natura gastroenterica o respiratoria - e aggiunge - il quadro di esordio di un episodio di meningite può essere, infatti, assai insidioso proprio per la impossibilità di distinguerlo da patologie banali e benigne". A giugno scorso, la vittima era stata una 13enne di Crevalcore.

Ma è l'Organizzazione Mondiale della Sanità a richiamare l'Italia all’inizio del 2015: il dato sulla diminuzione a livello nazionale delle vaccinazioni è confermato dal Ministero della Salute secondo cui, nel nostro Paese, le coperture vaccinali hanno raggiunto il livello più basso degli ultimi dieci anni.

MENINGITE. È una malattia infettiva contagiosa, causata da un batterio: il meningococco. Il vaccino protegge da alcuni gruppi di meningococco, ma non dal sierogruppo B, che è responsabile di un'elevata percentuale di casi. La malattia si manifesta all'improvviso con febbre, forte mal di testa, nausea, spesso vomito, rigidità della nuca. Evolve di solito verso la guarigione dopo adeguata terapia antibiotica, ma può essere letale nel 10-15% dei casi. Si trasmette soprattutto in luoghi chiusi e sovraffollati, per contatto diretto tra persona ammalata o portatrice e persona sana, attraverso goccioline emesse con gli starnuti o i colpi di tosse. Epidemie si possono verificare in tutto il mondo, ma l'area dove la malattia è più frequente è l'Africa sub sahariana. Dopo il meningococco, il pneumococco è uno degli agenti più comuni della meningite. Oltre alla meningite, può causare polmonite o infezioni delle prime vie respiratorie, come l’otite. Come il meningococco, si trasmette per via aerea e può trovarsi nelle prime vie respiratorie, senza causare alcuna malattia. Esistono molti tipi di pneumococco. Le meningiti da pneumococco si presentano in forma sporadica.

Secondo "Epicentro", il portale dell'epidemiologia sulla sanità pubblica, nel 2013, in Emilia-Romagna, i tassi di copertura a 12 e 24 mesi hanno mostrato un calo, rispetto al 2012, per vari tipi di vaccinazioni, oltre all'antipolio, antidifterite, antitetano, antiepatite B, antiemofilo di tipo b, antipertosse, antimorbillo-parotite-rosolia (Mpr), sono diminuiti anche quelli antimeningococco e antipneumococco,  con un trend in crescita solo per la copertura della seconda dose di MPR a 7 anni e per l’antimeningococco C a 16 anni.

E' il meningococco B, il responsabile del 60% dei casi di meningite: a giugno 2014 la Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (Siti) dell'Emilia Romagna aveva annunciato l'introduzione nel Piano Vaccinale Regionale dell'Emilia Romagna e la buona probabilità che il vaccino diventasse gratuito. In Italia nel 2012 si sono verificati 132 casi di infezioni da meningococco, e ogni anno 10-12 sono segnalati dall'Emilia Romagna. Ogni 10 persone che contraggono l'infezione, circa una è destinata a morire, anche se sottoposta a cure adeguate, e su cinque persone che sopravvivono, una rischia di riportare devastanti disabilità permanenti. Dopo l'introduzione della vaccinazione, nella nostra regione la meningite da meningococco C sarebbe praticamente scomparsa nella fascia di età 0-4 anni. In Italia nel 2003 ci furono solo cinque casi di meningite di tipo B.

LA MENINGITE IN EMILIA ROMAGNA. Secondo i dati dell'Assessorato Politiche per la Salute, una maggiore incidenza di casi di MIB si registra nelle parti estreme della regione: in particolare le aziende di Piacenza e di Rimini registrano i tassi di incidenza più elevati. Anche nelle Aziende di Cesena e Bologna i tassi osservati sono più alti rispetto alla media regionale (4,1 casi per 100.000). La distribuzione dei casi di meningococco per fasce d’età e l’analisi dei relativi tassi di incidenza mettono in evidenza due picchi, rispettivamente in corrispondenza dei primi anni di vita e dell’adolescenza. È possibile, dunque, stimare in Emilia-Romagna nella fascia d’età 0 - 4 anni una proporzione complessiva di casi di MIB da pneumococco prevenibili con l’attuale vaccino pari al 72,2%, quota più alta quindi rispetto a quella riscontrata a livello nazionale. Tuttavia, in  Emilia-Romagna non si registrano fallimenti vaccinali, poichè tutti i i casi da emofilo b non erano vaccinati (Fonte: MALATTIE INVASIVE  BATTERICHE IN EMILIA-ROMAGNA: Aggiornamento epidemiologico e impatto delle vaccinazioni 2000 - 2012)

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