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Cronaca Zona Universitaria / Via Zamboni

Scontri in zona U, tre arresti: 'Non arretriamo di un passo'

Tre militanti sono stati arrestati e tre denunciati durante le manifestazioni contro il caro-mensa

Ancora una giornata ad alta tensione quella di oggi in zona universitaria, dove i collettivi si sono fronteggiati con le forze dell'ordine. Tre militanti sono stati arrestati e tre denunciati. Il casus belli è sempre il caro-mensa e la richiesta dell'apertura di un tavolo di contrattazione da parte dell'Alma Mater, che, per ora, rimane in silenzio. "Fino a quando l'Università vuol far salire la rabbia degli studenti?", ha detto ai cronisti Morgan del CUA al quale oggi hanno dato man forte anche altri collettivi cittadini.

Gli scontri, che la settimana scorsa si erano limitati in Piazza Puntoni, oggi sono arrivati fino in via Irnerio, dove, dopo alcune cariche, la polizia ha 'spinto' un centinaio di manifestanti.

Giornata ad alta tesioni in piazza Puntoni

I momenti più concitati in Via de Rolandis, dove, tra lanci di fumogeni, a 'pagare' le spese della tensione è stato anche un giornalista dell'agenzia di stampa Dire al quale sono stati chiesti i documenti e tolti di mano i telefoni cellulari. La Questura ha fatto sapere che l'intervento si è reso necessario perchè "il suo abbigliamento e il suo telefono corrispondevano alla descrizione" di una persona considerata responsabile del lancio di un fumogeno che ha colpito il braccio di un agente. 

Traffico bloccato in via Irnerio, dove il corteo è stato raggiunto dagli agenti e dove è iniziato un 'fuggi-fuggi' tra le auto e gli autobus in transito. I manifestanti sono poi tornati in zona universitaria, fermandosi in Piazza Scaravilli.

Questa sera i militanti si sono riuniti in assemblea in piazza Verdi: "Le lotte non si arrestano, facciamoci sentire, facciamogli vedere che non arretriamo, nemmeno di un passo", fanno sapere in una nota, quindi "anche noi ci attrezzeremo di conseguenza" e inviamo anche un messaggio al Rettore Francesco Ubertini: "Si vende come il rettore del dialogo", ma "la responsabilità è chiaro che è tutta sua". 

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