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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Mercatone Uno, nuove nubi all'orizzonte: chiesto concordato, ira sindacati

La celebre catena di commercio al dettaglio da anni alle prese con crisi e ripartenze

Sciopero per tutta la giornata del 18 aprile e un presidio davanti al ministero dello Sviluppo economico in concomitanza con l'incontro che dovrà discutere lo scenario apertosi con la richiesta di concordato preventivo da parte della nuova proprietà di Mercatone uno, Shernon.

Lo hanno deciso Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil nazionali che ieri, dopo la mossa dell'azienda, hanno scritto a Shernon definendo "vergognosa" la richiesta di ammissione al concordato preventivo presentata in Tribunale a Milano.

"Ciò dimostra che, purtroppo, le nostre preoccupazioni erano fondate" e il modo in cui i lavoratori sono stati informati, con una e-mail aziendale, è stata un boomerang rispetto alle rassicurazioni che conteneva: i dipendenti "non solo si sono sentiti offesi, ma anche presi in giro da una comunicazione priva di qualunque credibilità". La 'verità', per le tre sigle che i "dipendenti Shernon, ex Mercatone, sono di nuovo nella tempesta".

E di quello che sta succedendo, aggiungono i sindacati, "è responsabilità del ministero dello Sviluppo economico e dei commissari straordinari farsi carico" per "gestire una situazione così drammatica e che ancora è nel percorso dell'amministrazione straordinaria".

Shernon è l'azienda costituita per acquisire 55 punti vendita di Mercatone dall'amministrazione straordinaria. Ma "poco dopo la cessione, alcuni soci hanno abbandonato l'azienda ed è rimasto il solo ad", ricordano Filcams-Fisascat-Uiltucs.

Sindacati e lavoratori dicevano che sarebbero serviti alcuni mesi a Shernon per la sua attività in modo regolare, ma, "negli ultimi mesi, è stato sempre più evidente che la situazione stava degenerando: negozi privi di merce; magazzini completamente vuoti; fornitori che hanno ritirato la merce già consegnata ed hanno smesso di effettuare consegne, ritardi nel pagamento degli stipendi".

Insomma, più di una avvisaglia di difficoltà. Poco più di un mese fa era stata annunciata ai sindacati una ricapitalizzazione per 20 milioni. "Stante la situazione, è stato chiarissimo che detta cifra sarebbe stata assolutamente insufficiente a garantire la continuità aziendale", aggiungono però Filcams-Fisascat-Uiltucs.

L'incontro del 2 aprile al ministero è stato spostato su richiesta di Shernon: l'azienda disse di essere impegnata a chiudere l'accordo per la ricapitalizzazione con potenziali investitori. Ma già in quel frangente i sindacati hanno dubitato della bontà degli annunci di Shernon proclamando lo stato di agitazione. Poi è arrivata la mossa del concordato che innesca quindi la reazione con lo sciopero. (Mac/ Dire)

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