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Cronaca

Commenti su Facebook, sindaco querela utente per "calunnia e diffamazione "

Casus belli, la segnalazione dell'ex consigliere comunale Lorenzo Tomassini sulla Volvo diesel in uso al sindaco che sarebbe stata multata

"Caro signore la invito a specificare con nome e cognome. Intanto in attesa di un suo riscontro le annuncio querela per calunnia e diffamazione". Non le manda a dire il sindaco Virginio Merola a un utente Facebook. 

Casus belli, una segnalazione dell'ex consigliere comunale Lorenzo Tomassini sulla Volvo diesel in uso al sindaco che sarebbe stata multata. Gli articoli stampa sono stati ripresi da un utente Facebook che non ha lesinato insulti e, secondo quanto scrive il primo cittadino,  calunnie. 

"L'ignoto" rivela la zona di residenza di Merola e lo avrebbe definito "imbariagozzo" (ubriaco in bolognese) oltre ad accusarlo di utilizzare l'auto di servizio del Comune per tornare a casa "brillo"

Al sindaco sono arrivate anche le scuse di Tomassini, oltre alla solidarietà di altri avversari politici e cittadini: "Ti esprimo la mia solidarietà: offendere, diffamare o calunniare è sempre sbagliato perché, oltre a ledere i diritti altrui, significa anche dimostrare di non avere argomenti per confrontarsi nel merito delle cose - ha risposto l'ex consigliere, sempre su Facebook - su ciò posto, sarebbe però ora che tu facessi chiarezza rispetto ai proclami che hai fatto sull'uso del mezzo pubblico, salvo poi recarti al lavoro con un'automobile di lusso che pochi cittadini possono permettersi. Inoltre, penso anche che dovresti dar conto ai cittadini del fatto che tu abbia occupato per mesi e mesi lo stallo di Palazzo D'Accursio riservato alle auto ibride con un mezzo diesel. Per questo eri stato multato, ma nulla abbiamo più saputo sul pagamento o meno della contravvenzione. Anche se sono certo che tu abbia provveduto immediatamente, resta comunque l'amara considerazione di molti cittadini di cui desidero farti parte: come mai, in tanti mesi, nessuno si era mai accorto che quell'auto non poteva essere parcheggiata a Palazzo? Dicci tu se, a parte il 14 che avevi promesso di utilizzare, questo non sia un privilegio ed una fastidiosa presa in giro ai tanti cittadini che si conformano alle regole e che, quando sbagliano, pagano".

"Odiare ti costa"

Una campagna contro l'odio in rete era stata lanciata poco meno di un anno fa proprio da uno Studio Legale bolognese "Wildside) e dalla casa editrice e scuola di filisofia Tlon. Con lo slogan #Odiareticosta l'avvocata Cathy La Torre, lei stessa destinataria di numerosi messaggi offensivi e minatori, spiega che i commenti d'odio verranno citati in giudizio e gli autori pagheranno di tasca propria.


 

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