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Cronaca Centro Storico

Il popolo dei migranti in corteo per abolire la Bossi-Fini

Sotto la pioggia hanno sfilato per oltre tre ore fino al palazzo della Prefettura, dove hanno chiesto di abolire la legge del 2002

Nonostante la pioggia, il popolo dei migranti, di varie nazionalità ed etnie, ha sfilato per oltre tre ore per le vie di Bologna per dire no al razzismo istituzionale, allo sfruttamento, e alla legge Bossi-Fini. Il corteo si è concluso sotto il Palazzo della Prefettura. "Migranti, questo è il momento", perché "gli immigrati che vivono in Italia non ce la fanno più. La vostra legge è un ricatto", ha spiegato uno dei portavoce del coordinamento migranti, che ha organizzato la manifestazione. Al corteo partito da piazza XX settembre e sfilato per le strade pedonali del centro storico hanno preso parte anche sindacati di base, come Si-Cobas, associazioni e gruppi venuti da altre città, Piacenza, Reggio Emilia, Padova, Verona e alcuni esponenti di centri sociali. In fascia tricolore, l'assessore all'Immigrazione nel comune di Campi Bisenzio (Firenze), Nadia Conti.

LEGGE BOSS-FINI. La Legge 30 luglio 2002, n. 189, con l'allora leader di AN Gianfranco Fini e di Lega Nord, Umberto Bossi, primi firmatari. Prevede l'espulsione dello straniero clandestino con l'accompagnamento alla frontiera da parte della forza pubblica e, se privi di documenti, vengono portati nei CIE, centri di permanenza temporanea, per essere identificati. Il permesso di soggiorno, secondo la legge, viene rilasciato alle persone che hanno un lavoro  e ammette i respingimenti al Paese di origine in acque extraterritoriali.

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