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Cronaca Savena / Via Malvolta

Molotov contro CasaPound: tre arresti, feriti due poliziotti

Con una bottiglia incendiaria hanno danneggiato la saracinesca della sede di via Malvolta: nella fase dell'arresto di tre giovani, feriti due agenti. Il Questore Stingone: "Spento un fuoco pericoloso"

Dopo il corteo di sabato scorso che ha sfilato per chiedere la chiusura di Casapound, il centro sociale della destra radicale, qualcuno è tornato alla sede di via Malvolta, nella zona Murri dove, intorno alle 02.50 di questa notte,  ha piazzato una molotov che ha danneggiato la saracinesca.
Tre giovani sono stati fermati dalla Digos e durante l’arresto due agenti sono rimasti feriti: uno di essi ha riportato una ferita alla fronte e per entrambi ecchimosi e contusioni con prognosi da 10 e 5 giorni.
"Abbiamo spento un fuoco pericoloso, per tutte le ripercussioni che potevano esserci", così il Questore di Bologna, Vincenzo Stingone, "Nulla nasce per caso", elogiando il lavoro e "l'impegno in sinergia" degli uomini della Digos, intervenuti "mettendo a repentaglio la propria incolumità". La polizia "ha risposto prontamente a chi attenta alla tranquillità dei cittadini con azioni che creano un forte allarme sociale". La risposta ha permesso, ha proseguito "di assicurare alla giustizia i responsabili contrastando una verosimile e preoccupante spirale di violenza". Il risultato ottenuto "ripaga dei sacrifici fatti" e "rafforza la serena e ferma volontà di contrastare la violenza in ogni sua espressione - ha aggiunto - e il nostro impegno alla prevenzione su tutti i fronti, senza alcuna preclusione ideologica".

"Si confermano i vigliacchi di sempre, sempre pronti a colpire di notte con vili attacchi alle spalle. In ogni caso il loro stile mafioso non ci intimorisce e continueremo con le nostre battaglie come sempre", è la dura nota di Carlo Marconcini, coordinatore provinciale di Bologna di Casapound Italia "un fatto gravissimo avvenuto per di più in piena zona residenziale e risultato del comportamento di chi in questi giorni, prima, durante e dopo la contromanifestazione antifascista di sabato, ha soffiato sul fuoco. Ora pretendiamo le scuse da chi era in piazza  sabato, da chi ci ha dato dei violenti, da chi ci ha sempre accusato solo per sentito dire, perché è evidente a questo punto l'intolleranza e la violenza che colore politico abbiano".

GLI ARRESTATI. Tre catanzaresi di 23, 25 e 26 anni. Due di loro si erano trasferiti in Emilia ad ottobre in un appartamento in affitto. Dai primi accertamenti non sarebbero legati ad ambienti anarchici cittadini e non avrebbero partecipato alla manifestazione, di sabato. Uno dei tre è conosciuto nell'ambiente dei tifosi del Catanzaro, gli altri hanno piccoli precedenti. Le accuse: atto di terrorismo con ordigni micidiali o esplosivi, fabbricazione e detenzione di congegno esplosivo o incendiario, lesioni personali aggravate e resistenza a pubblico ufficiale. Uno è rimasto in macchina, un'Audi A3 nera, in un vicolo. Due sono scesi e, mentre un giovane stava per scrivere sul muro con una bomboletta, l'altro ha acceso e gettato la molotov, tre agenti di una pattuglia della Digos, appostata nei pressi, si sono qualificati e gli hanno intimato l'alt. I due sono fuggiti: uno a piedi, seguito da un poliziotto, mentre l'altro è salito in auto. Con l'aiuto delle Volanti, allertate dalla sala operativa, la polizia li ha fermati, non senza fatica perché questi hanno risposto con calci e pugni. Fermata l'Audi, il giovane alla guida ha tentato anche lui di scappare a piedi. "Complimenti. Mi avete preso, sono io il terzo", ha detto ai poliziotti l'ultimo ad arrendersi, nascosto nel parcheggio di Largo Lercaro.

PERQUISIZIONI. Un 'manualetto' per eludere i sistemi di videosorveglianza delle forze dell'ordine, foto, pagine di giornali di scontri di piazza, in particolare le manifestazioni a Roma dell'ottobre 2011. Una pistola giocattolo con il tappo rosso colorato di nero. Alcuni degli oggetti, insieme a computer portatili, che la Digos ha sequestrato nell'appartamento di via Cracovia, dove da ottobre si erano trasferiti due dei tre giovani arrestati. La polizia ha trovato anche una serra riscaldata con 19 piantine di cannabis e 2 chili di marijuana essiccata, in un sacco. Per questo ai due viene anche contestata la detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Tenore di vita elevato, visto che l'appartamento costava 1.600 euro di al mese e, intestata ad uno dei tre attentatori, un'Audi A3 nuova. Uno dei tre catanzaresi avrebbe raccontato di essere in città per fare la tesi, pur essendo iscritto a un altro ateneo. Gli accertamenti sui tre da parte della Digos sono in corso, coordinati dal pm Antonella Scandellari del pool antiterrorismo.

PRECEDENTE. L'attentato contro Casapound ha un precedente: all'alba del 4 giugno del 2009 la porta in legno della sede del movimento di destra, all'epoca in piazza di porta Castiglione, venne incendiata. Nella palazzina abitava anche l'allora leader Alessandro Vigliani. che con la fidanzata, incinta al quarto mese, si misero in salvo calandosi dalla finestra. Le indagini da parte della Digos sempre rimaste contro ignoti si sono concluse con la richiesta di archiviazione approvata dal giudice.
 

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