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Cronaca

Moschea: autofinanziata da Comunità islamica, in un luogo visibile e frutto d'intesa con il Comune

Così immagina il sindaco un nuovo luogo di culto in città per "dare dignità anche ai cittadini e alla società di fede islamica". L'arcivescovo favorevole: 'Chi stoppa dialogo alleato con i terroristi'

Autofinanziata da parte della Comunità islamica, in un luogo visibile e frutto di un protocollo d'intesa con il Comune. Ecco la moschea immaginata dal sindaco di Bologna, Virginio Merola, all'indomani dell'appello lanciato dal presidente della Comunità islamica, Yassine Lafram, sulla necessità di un vero e proprio luogo di culto che superi le sale di preghiera oggi ricavate in capannoni e sottoscala. "E' stato presentato un ragionamento compiuto che io condivido profondamente", dichiara Merola:

"Abbiamo bisogno di dare un luogo di culto dignitoso anche ai cittadini e alla società di fede islamica. Lo possiamo fare facendo un accordo tra le istituzioni laiche e questa confessione religiosa sulle modalità, perchè continuiamo ad avere la mancanza di una legislazione nazionale". Aggiunge il sindaco: "Non andando in contrasto con la legislazione nazionale possiamo intenderci sui valori comuni che rispetteremo e che rispetta ogni confessione religiosa in città". Detto questo, "con la chiarezza necessaria" Merola sottolinea che "non esiste la possibilità di finanziare da parte delle istituzioni pubbliche una moschea, cosa che non è stata mai assolutamente chiesta dai rappresentanti della Comunità musulmana". Però le istituzioni possono "collaborare", aggiunge il primo cittadino, alla realizzazione di una moschea "che non sia il luogo più lontano e nascosto della città, ma che dia visibilità e dignità anche alla rappresentanza dei cittadini di fede musulmana. Mi sembra un discorso ragionevole e importante, ben piantato, perchè si basa innanzitutto su un percorso di conoscenza e di superamento delle diffidenze, che ci sono, visto il dilagare su questo dei messaggi dei mass media che creano molta confusione in materia".

Merola ''vede'' un protocollo d'intesa "fra il Comune e i cittadini di fede islamica". In questo modo si può "anche affrontare, finalmente, il tema di una moschea autofinanziata dai musulmani stessi- sottolinea il sindaco- e noi occuparci di quello che ci compete come Comune, cioè le procedure urbanistiche". Ma c'è un ipotesi di collocazione? "No, ci dobbiamo guardare e dobbiamo sentire anche le loro possibilità e proposte, perchè per stare sul concreto ci vuole un edificio o un terreno", risponde Merola. Si tratterà comunque di un edificio privato: "Certo, perchè continua a mancare un accordo nazionale con la confessione islamica- ripete il sindaco- quindi l''unica possibilita'' è percorrere questa strada, come si sta facendo in altre realtà". Tutto questo sapendo che "solo il fatto di annunciare che c'è in un garage la possibilità di fare una moschea ha creato tante apprensioni- continua Merola, evocando il caso di via Ristori- e di questo dobbiamo farci carico, quindi bene la loro iniziativa di informare su quello che realmente sono". C'è bisogno di "conoscerci, perchè in realtà viviamo insieme in questa città da tanti anni ma, a quanto pare- rileva il sindaco- quello che molti cittadini conoscono dei musulmani bolognesi è quanto viene detto dai canali televisivi o, peggio, dagli estremisti fondamentalisti che non c'entrano niente con l'Islam". Tema da affrontare, "perchè da noi esiste la libertà religiosa, è sancita dalla Costituzione e sicuramente non possiamo far venir meno il suo rispetto", conclude Merola.

ZUPPI: 'ALLEATO TERROSISTI CHI STOPPA DIALOGOI". E' alleato del terrorista chi dice che non bisogna parlare e conoscere, perchè è esattamente quello che vogliono i terroristi". Così l'arcivescovo di Bologna, Matteo Zuppi, rispondendo ad una domanda sulla richiesta di una "vera e propria moschea" rilanciata  dal presidente della Comunità islamica, Yassine Lafram. "Io vengo da una città, Roma, "dove la moschea- afferma Zuppi, a margine di una conferenza stampa- è stata costruita agli inizi degli anni Settanta, scatenando anche lì dei problemi. Ci sono delle leggi, c'è una logica urbanistica. Rispettando le regole o trovando i posti migliori, questo è un problema che riguarda la Comunità islamica e il Comune, ma per quanto riguarda la convivenza già c'è e deve crescere". Per Zuppi è necessario "l'essere vicini ma paralleli, perchè il non conoscersi e l'ignoranza sono sempre alleati con la violenza. Quando conosco, capisco e vivo insieme a uno, staremo dalla stessa parte. Se non so chi è e per di più penso che sia un pericolo- ragiona il prelato- è molto più facile credere che sia un nemico. Purtroppo l'ignoranza e il pregiudizio è ciò che cercano i terroristi". Per Zuppi, dunque, "è alleato del terrorista chi dice che non bisogna parlare e conoscere, perchè è esattamente quello che vogliono i terroristi". (agenzia Dire) 

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