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Cronaca

Un nuovo museo in città: "Così la Bolognina rinascerà dalla cultura"

Dal 25 gennaio Bologna avrà un nuovo polo culturale ed è di fatto il primo museo di quartiere d'Italia.Il critico d'arte Dehò: "Il Navile è una vera e propria città per dimensioni e storia. Anche in campo artistico vi sono delle vicende da raccontare"

«La Bolognina rinascerà dalla cultura e non da quella speculazione edile che di fatto non è mai esistita, ma di cui si è comunque parlato. E questo è il punto di partenza»: con queste parole l'assessore Matteo Lepore ha "inaugurato" il nuovo museo di Bologna, l'mtn - museo temporaneo navile, che nasce in via John Cage, ospitato dalla Trilogia Navile, in zona Liber Paradisus. 

Alla conferenza stampa di apertura del museo (che di fatto sarà aperto al pubblico da domani, con orari estesi in concomitanza di ArtCity e che poi ospiterà altre quattro esposizioni, dopo quella di Silla Guerrini) in rappresentanza delle istituzioni anche il presidente del quartiere Navile Daniele Ara (ha il patrocinio del Comune e il sostegno del Quartiere, ma è una realtà privata), che ha immaginato quando fra vent'anni: "Ricorderemo questo periodo di trasformazione come la genesi di questa zona, una trasformazione che sta avvenendo in un periodo nel quale è l'uomo che modifica l'ambiente...". 

mtn - museo temporaneo navile

Ha la benedizione dell'amministrazione insomma questo progetto commissionato da Valdadige Sistemi Urbani e proposto e ideato da Marcello Tedesco e Silla Guerrini: «Personalmente concepisco questo museo come se fosse una grande scultura - spiega Tedesco, fra l'altro residente da sempre nel quartiere Navile -  dove la base è rappresentata dalla Valdadige e da tutti coloro che vorranno sostenerci, mentre la struttura sono i contenuti e le ricerche che il museo veicolerà. Infine la forma: che verrà determinata dalla relazione ritmica tra le opere degli artisti invitati e il pubblico. Sarà una grande opera collettiva, dove il pensiero si farà scultura, la scultura diventerà architettura, questa infine un nuovo impulso morale. Abbiamo deciso di introdurre l’elemento durata già dal nome del museo. Questo per sottolineare che nelle nostre intenzione questo museo è un organismo vivente e come tale ha una durata. Inoltre non sarà un luogo dove celebrare la parzialità di qualche fenomeno culturale, bensì uno spazio di lavoro e ricerca sul linguaggio dell’arte, vale a dire sul quanto identifica l’essere umano come qualcosa di nobile». 

"Vi presentiamo il nuovo museo temporaneo navile" - IL VIDEO

«Quello su cui mi preme lavorare in questo periodo storico è la riscoperta di una creatività che non sia separata dalla vita. Oggi si tende a identificare l’atto creativo con quello culturale, e questo dal mio punto di vista rischia di indebolire l’atto creativo e generare degli equivoci fatali. Oggi abbiamo moltissima attività culturale e discorsiva ma questo non vuole necessariamente dire che si siano fatti dei progressi in campo creativo. Con l’arte abbiamo contemporaneamente la possibilità di superare una concezione unicamente astratta dell’essere umano oppure la definitiva resa a questa». 

La prima mostra: con la Dea Madre si instaura il collegamento col passato

E il 25 gennaio, a pochi giorni dall'apertura della kermesse Arte Fiera e inserita nel programma ArtCity, ecco la prima mostra che inaugurerà il museo temporaneo navile e che si chiama Mater Panis. Sarà proprio Silla Guerrini la prima artista a esporre (in cartella stampa il focus sulla mostra): «Inaugurare un progetto così interessante è per me un grande onore e una grande responsabilità. Ho curato altri progetti trasversali tra arte e sociale come quello degli inUTILI, evidentemente c’è un destino, una naturale tendenza a sposare certi percorsi... Il tema della territorialità sarà il centro dal quale muoveranno le ricerche degli artisti invitati nel 2019, al fine di individuare nuove possibilità di concepire e praticare tale concetto, ipotizzando nuovi comportamenti possibili e nuovi parametri. Sono sfide importanti quelle che questo progetto si propone, ma riteniamo che l’arte sia in grado per sua natura di creare nuovi punti di vista e favorire una solidale cooperazione tra le varie componenti della società, spingendola verso un futuro migliore».

«La storia di Trilogia Navile ha una trama complessa, e questo è di fatto un pezzo importante di città, abitato da famiglie coinvolte in un processo di trasformazione continuo, vivace e stimolante - spiegano Eva Bonetti e Claudio Vicari di Valdadige Sistemi Urbani - La missione della Società Valdadige Sistemi Urbani è stata quella di lavorare su valori quali la qualità progettuale (mediante un concorso tra progettisti internazionali), la qualità costruttiva e quella ambientale - nonostante i problemi ben noti - per dare a Bologna una nuova architettura e una nuova visione dell'abitare. Quando abbiamo proposto a Silla e Marcello l’idea di portare l’arte all’interno del comparto, appena ci hanno prospettato il loro progetto non c'è stata esitazione: Trilogia Navile ci è parsa il luogo perfetto per ospitare un'esperienza di ampio respiro, un "regalo" da fare agli abitanti della zona».

Anche il critico d'arte Valerio Dehò, ha detto la sua sul progetto: «L’idea di un "museo” al Navile non è solo frutto di un’ottima idea e di una grande volontà, ma qualcosa che appartiene al DNA di questa parte di Bologna che definire “quartiere” appare riduttivo. Il Navile è una vera e propria città per dimensioni e storia. Anche in campo artistico vi sono delle vicende da raccontare. Per esempio quella dello Spazio Cultura Navile in via Giuriolo,  che per quasi dieci anni negli anni Novanta è stato un centro di incontri e di esposizioni aperti sul contemporaneo. Roberto Vitali, Claudio Marra, Roberto Daolio e il sottoscritto hanno lavorato gratuitamente, è giusto sottolinearlo, per dare spazio a giovani realtà emergenti non solo a Bologna o in Italia, ma anche internazionali. Siamo stati tra i primi a ospitare artisti cinesi, per esempio. Lo Spazio è stata la project room della città, facendo qualcosa che la Galleria d’Arte Moderna non aveva voglia di fare per logiche che l’hanno sempre tenuta distante dalla città. Avevamo rapporti con l’Università e con l’Accademia di Belle Arti e a fare l’elenco degli artisti che hanno avuto la possibilità di esporre, si rimarrebbe meravigliati. Ma questo è stato. Per questo l’idea di un Museo è lungimirante, originale, autonoma rispetto a logiche di accentramento che sono sempre più fallimentari. Sarà un museo di tutti e per tutti, gli abitanti potranno familiarizzare con l’arte contemporanea guardando, chiedendo e informandosi. Uno spazio visibile sempre, anche quando sarà chiuso, seguendo le esperienze di Edicola notte a Roma o di Piece unique a Parigi che ormai appartengono al passato. E che tutto questo lo faccia un Quartiere (ben) illuminato ci fa anche sperare che l’incontro pubblico-privato non solo rimane l’unica strada per collaborare nella stessa direzione, ma che diventi una “buona pratica” che sia d’esempio per la città».  

La nascita del museo ha "risvegliato" l'interesse per gli immobili

Il nuovo museo nasce all’interno del progetto di riqualificazione dell’area Trilogia Navile, dentro la quale si colloca anche NavileDue, il nuovo centro urbano di Bologna che sta sorgendo nell’area del vecchio mercato Ortofrutticolo. È composto da quattro edifici, in regime di edilizia convenzionata e due in regime di edilizia libera. Responsabile della commercializzazione dell’area il Gruppo Gabetti.  «Abbiamo aderito da subito con grande entusiasmo all’iniziativa sia perché da sempre riteniamo che business e cultura siano due elementi che possono essere abbinati con successo, sia perché essa rappresenta una importante opportunità di valorizzazione della zona.- dichiara Nicola Lenzi, Relationship Manager sede Gabetti Bologna - Da oltre un anno siamo impegnati nella commercializzazione delle unità immobiliari che costituiscono la trilogia Navile e proprio in queste ultime settimane, in concomitanza con la notizia dell’inaugurazione del museo, abbiamo avuto un vero e proprio boom di interesse e di richieste che ci fa ben sperare nel rilancio dell’intero quartiere».
 

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