rotate-mobile
Cronaca Navile

Navile: "Alla Bolognina trasformazioni simili a quelle dei navigli di Milano"

Così annuncia Cima, consigliere di quartiere. Un quartiere dai forti contrasti. Qui il problema legato alla sicurezza quello più sentito dai suoi abitanti, ma c'è anche chi constata che ultimamente la zona sta 'cambiando pelle'

Un quartiere a metà del guado, sospeso nell’incertezza tra andare avanti o tornare sui propri passi. Quella della Bolognina, rione centrale del quartiere Navile, è una storia travagliata. Nato come zona di fabbriche, e popolata perlopiù dalla classe operaia, ora sta cambiando pelle. Alla classe operaia tradizionale, se ne sta affiancando una dei servizi, costituita per lo più da cittadini di origine straniera, giovani professionisti, studenti fuorisede. Il processo non è certo nuovo, ma facendo un giro nel rione ci si accorge subito di essere nel mezzo di una storia ancora da scrivere. «Una volta, 30 anni fa, la nostra zona era come una famiglia. Ci si conosceva più o meno tutti. Ora non più». A parlare è Franca, 70 anni appena compiuti, e circa la metà passati a gestire il bar di via Matteotti. «Ma non si sta male. Ultimamente le cose sono un poco migliorate, ma chissà, magari è stato solo perché c’erano le elezioni» osserva sospettoso Giovanni, 63 anni.

Diversi isolati più in periferia, verso via di Saliceto, Rossella passeggia con suo figlio Davide, studente di ingegneria. «In via Ferrarese hanno sistemato le strisce pedonali, ma quelle modifiche hanno causato diversi incidenti» fa notare Davide. «Ma lo sa che ora che hanno chiuso la caserma di via Barbieri per fare una denuncia devo andare fino ai viali?» sostiene mamma Rossella.
Paolo, un atletico impiegato 34enne, si mostra .

Chi li ha avuti eccome è Libero, 71 anni, gestore della ferramenta di via Matteotti. «Ho fermato un ladro che mi stava rubando la bici fuori del negozio. L’ho fermato e gliele ho anche date. Una volta in caserma, per fare denuncia, ne ho rischiata una a mia volta per avergli messo le mani addosso, ma stiamo scherzando?». Poco più distante Muhandal tiene un piccolo negozio di alimentari, come tanti nella zona. In un italiano un poco claudicante, si lamenta degli affari, crollati dopo l’ordinanza anti-alcool che vieta, a negozi come il suo, di vendere alcolici refrigerati. 

Marco, 34 anni, co-gestisce il locale “Fermento”, in via Serra: «Guarda, sono 15 anni che vivo qui. A me di ‘sto quartiere piace che se vuoi puoi fare la spesa sotto casa, senza bisogno dell'ipermercato. L’unica cosa che non mi piace è che c’è poco verde». 
In piazza dell’Unità un capannello di signori attempati chiacchiera giornale alla mano. Alberto, 63 anni, accusa: «Anche se la polizia gira un poco di più, lo spaccio qui c’è ancora, altroché». 

Franco Cima, consigliere di quartiere di maggioranza spiega: «Non ci vogliamo nascondere dietro a un dito, ma i problemi che ci sono qua ci sono anche nel resto della città. La Bolognina, poi, nei prossimi anni, andrà incontro a trasformazioni simili a quelle dei navigli di Milano. Le fabbriche se ne sono andate. Ora servono progetti ambiziosi a fianco del piccolo commercio, che ricrei quella vita di vicinato molto importante per il presidio del territorio».

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Navile: "Alla Bolognina trasformazioni simili a quelle dei navigli di Milano"

BolognaToday è in caricamento