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Cronaca Centro Storico / Via de' Toschi

Made-in-China contro Made-in-Italy sotto le Due Torri

Ma anche il "super-chic" vs il "super-chip". Ieri, fatalità, 2 mondi opposti hanno fatto ingresso nel panorama commerciale locale, che si conferma variegato e vitale, nonostante i tempi

Singolare coincidenza ieri all'ombra delle Due Torri, dove hanno fatto contemporaneamente il loro ingresso nel panorama commerciale locale due entità contrapposte: il supermercato cinese della catena "Aumai" e il negozio di abbigliamento, primo monomarca, dell'imprenditore bolognese Carlo Chionna.

Insomma, "Made-in Italy" vs "Made-in-China", ma anche il "super-chic" vs il "super-chip". Comunque nota di vitalità nell'economia del nostro territorio, apprezzabile e benaugurante, soprattutto visti i tempi ...

Così ce lo racconta una nostra lettrice, Rossella Regina: "C’era un’aria più elettrica del solito ieri, a Bologna, in pieno centro. Un’atmosfera fatta di mood (come commenterebbero i britannici) contrastanti, tipici di una realtà cittadina tanto viva quanto, per certi versi, antipodica. E tutto questo perché in città sono giorni di aperture e relative inaugurazioni straordinarie di nuovi punti vendita che contribuiscono ad arricchire il tessuto commerciale cittadino.

Dopo il lancio dello spettacolare Store della Apple, che ha riqualificato mirabilmente Via Rizzoli, ai piedi delle Due Torri, ieri è toccato, quasi in parallelo (ironia della sorte?) al supermercato cinese Aumai, in via Riva Reno, e alla boutique ‘Dio Salvi il Made in Italy’ in Via de’ Toschi.

Ressa multiforme da una parte, dove la corsa all’acquisto, visti i prezzi super convenienti, veniva incentivata anche da utili omaggi alle casse; ‘calca stilosa’ dall’altra, dove tra eleganti flute e note di tendenza si celebrava la strenue lotta del ‘fatto in casa’.
Ventesima apertura per il gruppo cinese, sbarcato a Brescia nel 2004, grazie alla lungimiranza dell’imprenditore Chen Wenxu; primo store mono-marca del bolognese Carlo Chionna, che ha scelto la sua città natale per il lancio del suo brand.

Da una parte si punta ai grandi numeri, viste le tante offerte su prodotti per lo più Made in China, con qualche eccezione italica; dall’altra ad un pubblico d’elite, disposto a versare anche qualche spicciolo in più in onore dell’artigianato tanto nazionale quanto glamour.
Palloncini, bandierine e comuni stands in una quanto mai popolata via Riva Reno; fibre ottiche, resine e preziosi strass nell’affollata e centralissima Via de’ Toschi.

Due mondi a confronto, insomma, con un unico punto in comune, per quanto non d’immediata percezione: rispondere alla crisi con il lungimirante messaggio che l’importante è fare. Che poi il ‘fatto’ sia in China o in Italy, beh, questo è un altro discorso!
"

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