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Cronaca

Scuola, Comune cambia contratto a maestre: 'Toglie diritti. Ora Materne a pagamento?'

Modificato il contratto per le dade, tra insegnanti e genitori cresce il timore che, dietro l'angolo, si annidi la trasformazione delle materne comunali "in un servizio a pagamento come quello dei nidi"

Il sindaco di Bologna, Virginio Merola, "porta avanti la linea Renzi che toglie diritti ai lavoratori e dequalifica la scuola"; e di pari passo cresce il timore che, dietro l'angolo, si annidi la trasformazione delle materne comunali "in un servizio individuale a pagamento come quello dei nidi".
E' l'affondo del comitato bolognese Scuola e Costituzione e del Gruppo di lavoro dell'Assemblea dei genitori e degli insegnanti, che si uniscono ai sindacati nel bocciare la linea dell'amministrazione comunale, pronta a stabilizzare 158 maestre ma con il contratto Enti locali anzichè quello Scuola."Nonostante le ripetute promesse del sindaco, come era prevedibile- recita una nota- dopo aver passato il controllo delle scuole comunali ad un'Istituzione, il Comune intende assumere 158 maestre precarie storiche della scuola dell'infanzia con un contratto Enti locali diverso da quello delle maestre statali".

In questo modo, "le maestre precarie che fino ad ora hanno avuto lo stesso contratto di quelle di ruolo- scrivono il comitato e l''Assemblea- lavoreranno a fianco delle altre con il contratto scuola, ma avranno un orario di lavoro di 36 ore invece che di 25, a àarit' di salario". Non va dimenticato, poi, che "l'assunzione delle maestre era obbligata per il Comune- continua il comunicato- per non incorrere nelle sanzioni della Corte europea, che ha recentemente sanzionato l''Italia per il ripetuto uso di contratti a tempo determinato in continuita' di funzioni".

Per comitato e Assemblea, comunque, il nodo è quello del contratto: "Il Comune rinuncia definitivamente al suo ruolo di avanguardia culturale nella scuola iniziato negli anni '60 ed equipara le sue scuole a quelle private, allontanandosi definitivamente dal modello statale.

La prospettiva è di trasformare la scuola dell'infanzia comunale, da componente del sistema scolastico statale gratuito e fondato sulla libertà di insegnamento, in un servizio individuale a pagamento come quello dei nidi". In questo quadro, "l'arroganza del sindaco, che afferma che chi non accetta questo contratto puo' anche rinunciare all'assunzione- sottolineano comitato e Assemblea- è la stessa usata quando rifiutò di accogliere il risultato del referendum cittadino che approvò, con netta maggioranza, lo spostamento in favore delle scuole comunali e statali del milione di euro che ogni anno il Comune versa alle scuole materne private". La stoccata finale: "Facciamo presente al sindaco che i voti favorevoli all'utilizzo pubblico delle risorse comunali furono, il 26 maggio 2013, 50.517- si conclude la nota- mentre i voti al Pd nelle ultime elezioni regionali sono stati solo 46.216".

"Non sussistono piu' le condizioni per continuare ad applicare il contratto collettivo del comparto scuola al personale insegnante delle scuole dell'infanzia comunali" di Bologna. Da qui la necessità di passare al contratto Enti locali per l'annunciata stabilizzazione di 158 maestre, come già detto ai sindacati e come vigorosamente confermato dal sindaco, Virginio Merola, che sul tema ha fatto capire di non essere disposto a lasciare grandi margini di trattativa. Le motivazioni del passaggio al contratto Enti locali sono messe nere su bianco in una delibera approvata dalla Giunta di Palazzo D'Accursio: documento dal quale si evince che anche alcune centinaia di insegnanti già assunti verranno trasferiti nella dotazione organica abbinata al contratto Enti locali, ma conserveranno "ad personam" il trattamento giuridico ed economico del contratto Scuola per evitare contenziosi. Tra le fonti della delibera si citano due orientamenti dell''Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (Aran), entrambi del 2012, "nei quali si evidenzia che a tutto il personale degli enti del comparto Regioni-Autonomie Locali, per la regolamentazione del rapporto di lavoro, non puo' che applicarsi, in via esclusiva, il contratto collettivo nazionale del comparto Regioni-Autonomie locali stipulato dall'Aran". Inoltre, nell'atto licenziato dalla Giunta si afferma che gli uffici comunali hanno "effettuato un approfondimento con l'Avvocatura civica, al fine di procedere correttamente sotto l'aspetto giuslavorista del rapporto di lavoro". Da questa verifica è emersa "la necessità dell'applicazione della disciplina del contratto nazionale Regioni e Autonomie locali nei confronti dei lavoratori di futura assunzione".

(agenzia Dire)

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