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Cronaca San Donato

Popolare, ma con dignità. La sfida del nuovo quartiere San Donato – San Vitale

I problemi sono quelli delle periferie: traffico, insicurezza, rumore. Per risolversi, i due vecchi quartieri hanno unito le forze, per concentrarsi di più sui loro cittadini. Basterà?

I problemi della periferia, i servizi del centro. Il nuovo quartiere San Donato-San Vitale, nato dalla fusione degli omonimi precedenti e privato della zona Irnerio-Mascarella, si divide nel giudizio dei residenti (GUARDA IL VIDEO).

«Io lo vivo più come centro» risponde Silvia, 54 anni, alla domanda se si senta una cittadina di periferia o di centro città. Per lei il problema più urgente è sicuramente l’inquinamento acustico: «Guardi, io abito vicino la zona fiera, e dovrebbero fare qualcosa per mitigare il rumore del traffico, anche notturno». Sulla qualità della vita Silvia ammette che «Non si vive male. Certo, è popolare ma si è rivalutato negli ultimi anni». Axel, tatuatore 34enne di via Zacconi osserva: «Si lavora bene! Oddio ogni tanto vedo della gente in giro non “bellissima”, però questo non è il Bronx, voglio dire… sì, capita ogni tanto che in negozio entra il solito “personaggio” che ti fa perdere tempo, ma tutto sommato va bene. Ecco, forse la pulizia delle strade andrebbe potenziata».

Edoardo, 53 anni, passeggia per via Duse: «Abito qui da 12 anni e le posso dire che i problemi di allora ci sono ancora e si sono accentuati. Qui attorno ci sono molte case popolari, e le frizioni si fanno sentire. Se qui mi sento in centro o in periferia? Sicuramente periferia...». Incoronata invece è stata testimone – indiretta – di un tentativo di furto: «Ad essere sincera è stata mia figlia a farci caso. Quando è scesa per prendere la macchina ha trovato la serratura dell’auto scassinata. Certo» conclude «dovrebbero intensificare i controlli».

Verso le 16:30 del pomeriggio, lungo via del lavoro, il “Bar dei ragazzi” è già frequentato da diversi avventori. A rispondere alle domande è Mariacristina, 55 anni, che boccia senza tregua la zona dove abita: «Qui non c’è lavoro. Né per i giovani, né per le persone della mia età. E’ una zona brutta».
Poco prima del ponte che collega la zona S. Donato con i viali e il centro storico passa Isabelle cantante lirica di 26 anni. «Mi piace stare qui. Certo, tornare a casa da sola la sera lungo il cavalcavia non mi mette a mio agio, ma il quartiere è bello, curioso, multietnico. E poi c’è l’Orchestra senza spine che suona qui al Mercato Sonato, quando provano mi piace ascoltarli dalla finestra… no, sono soddisfatta della zona». Zahid, un pizzaiolo di via Galeotti, si lamenta per gli affari in calo. La crisi nei dintorni si è fatta sentire: «Non è più come prima». 

Superando il ponte di via Libia si sbarca in rione Cirenaica, e da lì in via Massarenti. Giancarlo, il gestore della "baracchina" dei gelati all’angolo con l’Ospedale S.Orsola abita invece in via S. Donato. «Eh, come servizi e qualità della vita si sta meglio da me. Voglio dire, qui la sera è tutto deserto, almeno dove abito io la gente rimane per strada anche la sera». Giancarlo soffre una difficile convivenza con alcune persone che stazionano proprio di fianco alla sua gelateria: «Una volta ne ho visto uno alzarsi dalla panchina e cominciare a seguire una persona anziana che usciva dall’ospedale. Mi sono insospettito e gli ho fatto notare la mia presenza, così ha desistito. Insomma, dovrebbero fare un poco più di controlli. Dall’altra parte della strada Nicholas, 24 anni, non si lamenta affatto del quartiere, ma osserva: «Ogni tanto, nel rincasare, attraverso una zona buia. Ecco, andrebbero messi dei lampioni, per migliorare la visibilità, soprattutto di notte».

In piazza Spadolini, sede del nuovo quartiere, il Presidente Simone Borsari fa il punto:«Sì, questa è una zona difficile, ma non è in allarme rosso, almeno non rispetto alla media». Quanto all’illuminazione Borsari è fiducioso nei nuovi impianti a led, che stanno sostituendo i classici lampioni. «Dove sono stati impiantati, si vede di più e meglio». Ma come fare a connettere aree di periferia così vaste e così lontane dal punto di vista dei trasporti pubblici? «Chiederò al consiglio comunale e a Tper un collegamento tra le due periferie, una linea semi-periferica che vada da Croce del Biacco fin qui».

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