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Cronaca San Donato / Via Vezza

Gli occupano casa mentre è in viaggio, Acer: "Per sgombero dobbiamo rispettare procedure"

Acer spiega cosa è accaduto e quali sono le procedure da seguire per la vicenda del disabile che si è trovato la casa occupata. Intanto c'è chi si indigna: "Siamo impotenti, a questo punto usiamo le stesse armi"

"Già la settimana prossima il signor Santoro potrà vedere un immobile e accettare di trasfercisi" questa la promessa di Acer dinnanzi alla vicenda dell'uomo disabile che rientrando da un periodo fuori città si è ritrovato con la serratura cambiata e la casa occupata. Ma non è una soluzione determinata dall'emergenza, quanto piuttosto il frutto di un percorso di mobilità già attivato da tempo che prevedeva il trasferimento della famiglia in un'altra struttura di edilizia popolare, con caratteristiche compatibili alle esigenze dei quattro e soprattutto all'handicap del capofamiglia, che è non vedente. 

E' la signora Luisa, volontaria dell'Opera di Padre Marella a ricostruire la spiacevole vicenda che l'ha direttamente coinvolta, visto che erano state affidate proprio a lei le chiavi dell'abitazione di via Vezza: "Sono andata periodicamente a ritirare la posta a casa del signor Antonio e il 28 febbraio mi sono accorta dell'occupazione. I vicini mi hanno raccontato di aver visto qualcuno che buttava via il tavolo della famiglia Santoro e io stessa ho visto dei ragazzi scendere le scale lasciando l'uscio della casa che conoscevo bene socchiuso: quando mi sono avvicinata un cane ha abbaiato e io ho avuto paura". La donna ha raccontato di aver poi chiamato le forze dell'ordine. 

Alcuni dei vicini erano convinti che Santoro si fosse trasferito avendo ottenuto un'altra sistemazione, più grande e più adatta a una famiglia composta dai genitori e da due bambini piccoli: "Acer mi aveva proposto un appartamento, ma avrei dovuto accettare di trasferirmi lì senza prima poter vedere l'immobile: qualcuno mi aveva detto che c'era della muffa e io ho temuto che quindi non fosse adatto ad ospitare dei bimbi piccoli come i miei". 

Acer conferma l'intenzione e l'avvio della pratica di mobilità: "Avevamo già pianificato un trasferimento ed era in corso la proposta di alloggio, ma non è semplice individuare l'immobile giusto, sia per le naturali esigenze della famiglia (restare in una certa area per esempio) che per l'invalidità del signor Santoro. Già la prossima settimana saremo in grado di far visitare un immobile e se dovesse andare bene, restano da sbrigare solo i tempi della burocrazia".

E per il recupero degli oggetti e dei valori personali che sono ancora all'interno dell'appartamento occupato di via Vezza? "Dobbiamo agire, in modo coordinato con le forze dell'ordine, nel pieno rispetto della legalità e dei tempi che non siamo noi a decidere. L'identificazione degli occupanti e lo sgombero devono seguire delle procedure predefinite" - spiega il portavoce di Acer. 

"Troppe lungaggini - il commento di un conoscente della famiglia - e verrebbe da pensare a quello che ci hanno detto degli altri abitanti dell'immobile di via Vezza che ci hanno consigliato di assoldare dei delinquenti che, con la forza, possano liberare la casa da chi l'ha invasa illegalmente". Sarebbe il senso di impotenza a scatenare pensieri come questi, che si baserebbero su 'altri fatti' vissuti al Pilastro: la rabbia e lo sgomento ci sono, ma cedere alla violenza non è in alcun modo tollerabile, soprattutto quando a pagarne le spese potrebbero essere anche dei minori. 

Porta Vezza-2

 Diverse le reazioni della politica locale, anche i commenti del candidato sindaco Sergi  Celloni (lista G.O.L): Questo caso è solo la punta dell’iceberg di una politica dei controlli sulle  residenzialità troppo buonista che sembra dare un tacito consenso, per un proprio tornaconto  elettorale. L’edilizia convenzionata va rivalutata totalmente alla luce delle realtà e dei disagi che si  stanno modificando con l’inserimento di nuove frange sociali. Non possono esserci disuguaglianze  tra residenzialità privata e pubblica, soprattutto in una congiuntura economica così sfavorevole. Il  punto focale non è la singola occupazione, piuttosto che lo scandalo sul singolo appartamento  popolare, bensì è un’impostazione errata ed autoreferenziale di amministrazioni che non sanno  rispondere e gestire un enorme patrimonio immobiliare pubblico. O meglio, non è gestito male: è  gestito al meglio per soddisfare gli interessi privati degli amministratori.

 Il Cda di ACER, non è un organo ininfluente: parliamo  di incarichi importanti, poteri forti,  gestione di migliaia di appartamenti, interessi economici, serbatoi di consensi, gestioni patrimoniali  di milioni di euro. Il diritto all’abitare è un bene che non può essere sottomesso al profitto di una  manciata di gestori. 
 E’ chiaro però che anche tutto il discorso relativo alla sicurezza e alla gestione degli appartamenti  deve essere garantito e tutelato: la possibilità dell’abitare deve essere certa, e non viziata dalla  paura di essere cacciati da un giorno all’altro, o di trovarsi l’appartamento occupato dopo due  giorni di assenza.  Sergio Celloni  Candidato sindaco GOL – Giustizia Onore Libertà

LEGA: QUESTO NON E' L'UNICO CASO. “Adesso basta. Così non si può andare avanti. E’ assurdo e paradossale che siano le brave persone ad avere paura. Bisogna invertire la rotta e rimettere finalmente un po’ di ordine in un sistema che da troppo tempo si è rovesciato a favore dei violenti e dei furbi” - Daniele Marchetti, commentando le ultime notizie di cronaca, interviene a gamba tesa sul fronte delle occupazioni abusive e lancia la sfida: “A Bologna non c’è soltanto il caso di via Vezza a destare preoccupazione e sdegno. C’è ad esempio anche via della Beverara, ma purtroppo gli alloggi occupati abusivamente sono così tanti che si rischia di perderne il conto; soprattutto davanti al lassismo delle amministrazioni Comunali. Dai controlli incrociati che abbiamo fatto tra Comune e Regione, è infatti apparso chiarissimo come le amministrazioni pubbliche non hanno il controllo su questo fenomeno. Addirittura l’Osservatorio Regionale per il settore abitativo, che dovrebbe raccogliere i dati dalle amministrazioni comunali, non ha una stima degli appartamenti occupati abusivamente. Una follia!”.

“Alcuni mesi fa – ricorda Marchetti – proprio per mettere un freno a questa situazione incresciosa, proponemmo di avviare un monitoraggio, ma evidentemente chi amministra e governa il nostro territorio non ha alcuna intenzione di farlo. Siamo invece convinti che per risolvere il problema, bisognerebbe conoscerlo a fondo. Ma forse qui è il problema vero: forse non tutti quelli che dicono a parole di volere risolvere le cose, poi lo vogliono davvero nei fatti”.

LA PROPOSTA. A ruota Lucia Borgonzoni, consigliere comunale della Lega Nord a Bologna che riprende le parole di Marchetti e sfida Merola: “Se davvero vogliamo fare qualche cosa di buono per la nostra gente, perché non diamo vita a un canale diretto funzionante e veloce tra cittadini e Comune per segnalazioni che riguardino le occupazioni abusive di alloggi Erp? Se l’amministrazione non è in grado di tastare il polso del problema, facciamoci aiutare dai cittadini onesti, quelli che pagano le tasse e che vorrebbero ricevere in cambio servizi e risposte e non inutili muri di gomma che vanno a premiare sempre e solo i più furbi”.

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