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Cronaca Fiera / Via Alfredo Calzoni

Omicidio via Calzoni: trovato l'assassino del giovane accoltellato

Tunisino, classe 1984, precedenti per droga, lui l'esecutore materiale dell'aggressione. Traovata l'arma del delitto in un casolare abbandonato. In manette anche due favoreggiatori

Sarebbe stato identificato  e arrestato il responsabile dell'omicidio avvenuto lo scorso 16 settembre in via Calzoni. La vittima Elachradi Bouchaib, cittadino marocchino di 37 anni, era stato trovato morto vicino  una discoteca. A freddarlo una coltellata al cuore. Il presunto assassino - un tunisino, classe 1984, pregiudicato per reati in materia di stupefacenti - è stato fermato dalla Squadra Mobile nella giornata di ieri a seguito di articolata ed intensa attività di indagine. L'uomo - secondo gli inquirenti - sarebbe l'esecutore materiale dell'aggressione.

IL MOVENTE: NON UN REGOLAMENTO DI CONTI. Dagli  ultimi aggiornamenti emerge che non sarebbe  stato un regolamento di conti per spartirsi le zone dello spaccio il movente reale dell'omicidio, ma litigi per ragioni personali. Sfide a parole poi culminate in un'aggressione e, quando l'altro stava per avendo la meglio, in un accoltellamento mortale. Questi i motivi, secondo quanto ricostruito dalla polizia, alla base dell'omicidio di Elachradi Bouchaib, marocchino morto domenica mattina a Bologna, per cui ieri è stato fermato un tunisino di 28 anni. Entrambi senza fissa dimora e clandestini, i nordafricani avevano precedenti per spaccio di droga. Al tunisino, al quale viene contestato l'omicidio aggravato dai futili motivi, i poliziotti della squadra mobile, coordinati dal pm Giuseppe Di Giorgio, sono arrivati grazie alle testimonianze di chi ha assistito alla scena, ma in particolare a quelle di un nordafricano che ha riferito di ricordarsi delle liti tra i due. A maggio, quando erano stati fermati per problemi di immigrazione, si erano insultati nelle celle di sicurezza della questura; nei giorni scorsi erano venuti nuovamente a contatto in un parco della periferia. Dopo aver mostrato al testimone una serie di foto di pregiudicati, gli agenti lo hanno identificato. Grazie ad appostamenti, insieme a personale dell'Upgsp e del commissariato Bolognina-Pontevecchio, fino a quando non lo hanno scovato in un locale dismesso in via Barbieri. Il tunisino ha ammesso i fatti.

L'ARMA DEL DELITTO. Lo straniero è stato rintracciato in un’abitazione cittadina dove aveva trovato rifugio, resosi conto della gravità delle accuse contestategli, ha indicato agli operatori il luogo in cui aveva occultato l’arma utilizzata: si trovava in un casolare abbandonato.
Sono stati anche arrestati per favoreggiamento altri due magrebini: il primo per avergli fornito ospitalità ed agevolato l’elusione delle ricerche delle Forze di Polizia, il secondo perché, presente al momento del delitto, aveva minacciato e tentato di ferire un testimone del fatto.

Nell’abitazione sono stati rinvenuti elementi utili alla ricostruzione delle indagini nonchè circa 1100 euro e 1,90 grammi di eroina. Pare dunque confermata l'ipotesi iniziale degli inquirenti, il fatto di sangue avrebbe alla base un regolamento di conti per traffici di droga. 

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