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Cronaca

'Ndrangheta, il Procuratore Capo: 'L'infiltrazione mafiosa in Emilia ora è un punto fermo'

"Nessuna evidenza probatoria su Bologna, ma verifiche a 360 gradi" anche in città. Così il Procuratore Roberto Alfonso, dopo l'ondata di arresti per mafia

"E' un'indagine che colpisce molto l'opinione pubblica, quindi riteniamo che debba essere correttamente informata". A dirlo ai cronisti il Procuratore Generale di Bologna Roberto Alfonso, a seguito della maxi-operazione Aemilia che ha portato all'arresto di 117 persone, ma le indagini non sono concluse: "Qualcuno manca all'appello, alcuni sono all'estero, sono in atto tutte le pratiche per rintracciarli e riportarli in Italia". Gli interrogatori degli indagati potrebbero partire anche oggi.

La città di Bologna non viene coinvolta direttamente nell'operazione, se si esclude la consulente bancaria e finanziaria con studio in via Santo Stefano a Bologna, Roberta Tattini, che nel 2012 si sarebbe incontrata con il boss Nicolino Grande Aracri, capo del clan di Cutro.  La donna, è stata arrestata per concorso esterno in associazione mafiosa. Nell'ordinanza di 1.300 pagine compare anche una vicenda "in fase di accertamento", ha confermato Alfonso, su un appalto all'aeroporto Marconi  per la realizzazione dei "bracci" dello scalo. Una faccenda che l'anno scorso era saltata agli occhi della Uil Trasporti che aveva sottolineato come ad aggiudicarsela, con importo base di 2 milioni e mezzo, poi sceso a 1milione e 800mila, era stata la ditta di costruzioni Elle due srl, fondata a Lamezia Terme, ma poi spostatasi in Veneto. I titolari erano stati indagati a Venezia per corruzione e turbativa d'asta.

"Non abbiamo evidenze probatorie sulla città di Bologna - ha dichiarato il Procuratore - vi sono referenti per le zone di tutta l'Emilia, al momento non è stato appurato, anche se non è escluso. Ci sono voluti 5 anni per avere questa ricostruzione, è un'indagine che ho messo in cantiere al mio arrivo in questa procura. Ci sono stati esponenti mafiosi che hanno agito in città, ma con attività di natura diversa, soprattutto in materia di droga". Nulla è emerso in merito ad aziende riconducibili a mafiosi, ma "la verifica è a 360 gradi", conferma. "Fari accesi" anche sulla ricostruzione post terremoto. (GUARDA IL VIDEO)

IL COMPITO DELLE ISTITUZIONI E DELLA POLITICA. "Il fenomeno dell'infiltrazione mafiosa specialmente in territori caratterizzati da un tessuto produttivo di grande rilevanza, è un tema che richiede la massima attenzione non solo da parte degli organismi inquirenti, ma anche da parte del sistema delle Istituzioni territoriali, in modo tale da creare una solida barriera contro i fenomeni malavitosi, di qualunque natura essi siano". E' stato il commento a caldo del Presidente della Regione Stefano Bonaccini che ha ringraziato la Dda di Bologna, il Procuratore nazionale antimafia Franco Roberti e lo stesso Procuratore Capo Roberto Alfonso che ha spronato politica e istituzioni a fare la propria parte: "Noi facciamo il nostro lavoro e cerchiamo di farlo al meglio, le istituzione devono fare la propria parte. Ognuno di loro sa qual è il compito da svolgere, io spero lo facciano al meglio o almeno si impegnino per farlo - ha detto Alfonso - il Prefetto di Reggio Emilia ha fatto la propria parte con informative restrittive emesse e comunicate da tempo. Non si tratta di un intervento in un convegno, ora siamo a un punto di svolta: l'infiltrazione mafiose in Emilia è un punto fermo". E sui politici sentiti nelle varie Procure, come il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio ed ex Sindaco di Reggio Emilia Gaziano Delrio: "Non è stato l'unico, si tratta di persone informate sui fatti, io parlo per atti giudiziari, è importante capire quale considerazione i politici avevano della comunità cutrese, formata da 30mila brave persone, escluso quelle arrestate".

BENI SEQUESTRATI. Ancora in atto la ricognizione da parte degli amministratori giudiziari dei beni, delle aziende, delle quote sociali di diverse società: "Per questo abbiamo coinvolto i Ros, la Dia e la Guardia di Finanza, proprio per la verifica dei tanti beni".

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